Ho conosciuto la celiachia per la prima volta quando avevo 15 anni. Me ne parlò una compagna di classe che ne era affetta. Lei si vergognava molto, perché si sentiva diversa.
La celiachia è un’intolleranza alimentare permanente al glutine, che è una proteina presente in alcuni cereali – quali frumento, segale, orzo, farro – e che quindi troviamo nel pane, nei biscotti, nella pizza, nella pasta…
L’ingestione di cibi contenenti il glutine nella persona celiachia provoca una reazione immunitaria all’interno dell’intestino tenue. Il glutine danneggia proprio l’intestino che, nei soggetti affetti da celiachia, non è più in grado di assorbire adeguatamente alcuni nutrienti del cibo.
E questo può essere un problema soprattutto se parliamo di bambini, che hanno bisogno di una nutrizione appropriata per crescere e svilupparsi.
Le cause sono tutt’ora sconosciute, si sa solo che esiste una predisposizione genetica.
E non esistono nemmeno sintomi tipici della celiachia, ma solo disturbi generali, come ad esempio spossatezza, diarrea, perdita di peso, debolezza.
Inoltre, vi sono diverse forme di celiachia:
– quella tipica, che si manifesta con diarrea e fortissimi dolori addominali. Nel caso di bambini si possono notare cali di peso sino, nei casi più gravi, ad un arresto della crescita, specie dopo lo svezzamento;
– quella atipica, che si presenta con sintomi extraintestinali, come ad esempio anemia, anoressia, stipsi, alterazione dello smalto dentale; anche questa forma provoca forti dolori addominali;
– quella silente, che ha come peculiarità l’assenza di sintomi eclatanti;
– quella latente, nella quale si hanno esami sierologici positivi ma biopsia intestinale nella norma, quindi possiamo dire che si è celiaci ma ancora non ha portato all‘atrofia dei villi intestinali;
– quella potenziale, nella quale si ha una predisposizione genetica ma nessuna alterazione; in questo caso vanno effettuati screening periodici.
Per diagnosticare la celiachia, si comincia con l’effettuare esami ematologici per ricercare anticorpi anti-gliadina, anti-endemismo e anti-transglutaminasi. Ma per la diagnosi definitiva è indispensabile la biopsia dell’intestino tenue con un prelievo di tessuto. Purtroppo si tratta di esame invasivo e molto fastidioso, specialmente se parliamo di bambini.
Dalla celiachia non si guarisce. Tuttavia, adottando una dieta adeguata, quindi priva di glutine, le infiammazioni all’intestino cessano, sino ad arrivare – nel giro di alcuni mesi sino a 2/3 anni – alla ricrescita dei villi intestinali.
Il glutine non è una proteina fondamentale, eliminandolo non creiamo squilibri nutrizionali.
Quali cibi sono privi di glutine?
Fortunatamente per chi soffre di celiachia, tanti!
Tra i cereali, le farine e i tuberi abbiamo: riso, mais, miglio, grano saraceno, patate.
Tra frutta, verdura e legumi ci sono: tutti i tipi di frutta (fresca, essiccata, sciroppata), tutti i tipi di verdura, fagioli, piselli lenticchie, ceci, fave, lupini, soia.
Tra il latte e i suoi derivati, tutto: latte, yogurt, formaggi, panna.
Sono naturalmente privi di glutine carne, pesce e uova tutto, qualsiasi sia il metodo di conservazione (fresco, surgelato, sotto sale, sott’olio, ecc…).
E’ importante leggere con attenzione le etichette dei prodotti: anche se un cibo è permesso potrebbe comunque contenere tracce di glutine, perché magari lavorato in un stabilimento che tratta anche quello.
In tutto questo vi è anche un aspetto psicologico perché non è mai semplice accettare la diagnosi.
A tutti i celiaci consiglio questo sito: www.celiachiamo.com
Oltre ad offrire un negozio on-line di prodotti specifici (un’area è dedicata ai bambini) e un ampio ricettario, vi sono alcuni video e articoli riguardanti i problemi psicologici legati alla malattia.
Fonti:
www.celiachiamo.com
www.celiachia.it
www.benessere.com
Questo articolo è dedicato a Monica