Il rapporto genitori-figli è unico, un amore incondizionato che cresce giorno dopo giorno, istante dopo istante, un legame ineguagliabile che, seppur indissolubile, può mutare nel tempo, arrivando anche ad affievolirsi ma mai a spezzarsi.
Questa bellissima e struggente lettera di una madre alla figlia ci ricorda i sacrifici che i genitori fanno per i loro figli, azioni che, crescendo, si tende a dimenticare o quanto meno ad accantonare in un angolo del proprio cuore, salvo poi ripescarle quando è ormai troppo tardi.
Lettera di una madre alla figlia: bellissima da leggere.
Il testo della lettera di una madre alla figlia che qui di seguito vi proponiamo circola da diversi anni in rete, spesso presentata in forma maschile come “Lettera di un padre anziano al figlio” e condivisa soprattutto nelle giornate dedicata agli anziani.
Tale scelta viene fatta per il significato di questa bellissima e significativa missiva, un vero e proprio testamento morale basato sulla visione futura di sé stessi…
“Se un giorno mi vedrai vecchia”
… e della ricerca di quello sconfinato amore che il genitore dona al proprio figlio, aiutandolo, sostenendolo e supportandolo nell’affannosa ricerca del suo posto nel mondo.
La lettera di una madre alla figlia diventa quasi una supplica, è la richiesta ultima che una donna fa alla sua bambina, diventata ormai adulta, di non ignorare quel bisogno di amore e di attenzioni che necessita il suo cuore anziano.
È un monito per tutti i figli che hanno dimenticato quanto è stato fatto per loro durante le complesse fasi di crescita, quei gesti spesso dati per scontati e dietro ai quali si cela un amore inesauribile ed un genitore che nulla chiede in cambio se non un abbraccio, un bacio o una carezza.
La lettera di una madre alla figlia o di un padre a suo figlio (scegliete voi la chiave di lettura che preferite) è dedicata a tutti quei bambini oggi diventati adulti, per ricordare loro di donare ai genitori ormai anziani anche solo una piccola parte di ciò che hanno ricevuto da loro.
Lettera di una madre alla figlia.
“Se un giorno mi vedrai vecchia, se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi… abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo.
Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose, non mi interrompere… ascoltami, quando eri piccola dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi.
Quando non voglio lavarmi… non biasimarmi e non farmi vergognare, ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno.
Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie… dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico, ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l’abc.
Quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso… dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire, la cosa più importante non è quello che dico ma il mio bisogno di essere con te ed averti lì che mi ascolti.
Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo… non trattarmi come fossi un peso, vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l’ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi.
Quando dico che vorrei essere morto… non arrabbiarti, un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive.
Un giorno scoprirai che, nonostante i miei errori, ho sempre voluto il meglio per te, che ho tentato di spianarti la strada.
Dammi un po’ del tuo tempo, dammi un po’ della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l’ho fatto per te.
Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza in cambio io ti darò un sorriso e l’immenso amore che ho sempre avuto per te.
Ti amo figlia mia”.
Articolo originale pubblicato il 7 Febbraio 2014.