Per la prima volta, dopo 20 anni, Dylan Farrow si confessa in pubblico.
Dylan è figlia della celebre Mia Farrow, che all’epoca in cui i giornali scrissero fiumi d’inchiostro sull’accaduto era la compagna e musa ispiratrice di Woody Allen.
Allen era il patrigno della ragazza, che all’epoca degli accadimenti aveva soltanto 7 anni.
Oggi Dylan racconta la sua storia, quella di un abuso sessuale.
“Avevo 7 anni, Woody Allen mi prese per mano mi condusse in una sorta di attico al secondo piano della nostra casa. Mi disse di stendermi a pancia in giù e giocare col trenino elettrico di mio fratello. Poi abusò di me. Mi parlava mentro lo faceva, mi sussurrava che ero una brava ragazzina, che doveva essere il nostro segreto, che saremmo andati a Parigi, e che sarei stata una star nei suoi film. Ricordo che continuai a fissare quel trenino elettrico. Da quel giorno ho difficoltà a guardare giocattoli simili”.
Questo il racconto di un dolore, di una vita spezzata da un uomo che in molti considerano un genio del cinema da oltre 40 anni.
Dylan confessa la sua storia al New York Times, dice di come da quel giorno il padre abbia continuato ad abusare di lei, di come tentava di restare sola con lei e altri particolari che solo a pensarci vengono i brividi.
Dylan tentava di nascondersi, di stargli lontana, ma lui la trovava sempre. Queste cose erano così continue che alla fine quella bambina di soli 7 anni cominciò a vederle quasi normali.
Dylan infine chiese alla madre se anche il suo di padre avesse mai fatto a lei quelle cose lì, e la bufera si scatenò.
Woody Allen venne accusato di avere una relazione con la figlia adottiva dei due, forse per celare gli abusi a Dylan, continuò a ripetere che era stata Mia Farrow, inferocita per la sua relazione con Soon Yi Previn (la figlia che avevano adottato) a montare nella testa di Dylan tutte quelle accuse, e lei, quella bambina di 7 anni, che dovette raccontare talmente tante di quelle volte quella storia ai medici che la interrogavano, per cercare la verità.
Anche la madre un giorno la sedette e le disse che avrebbe potuto ritrattare tutto, se non fosse stato vero, che non sarebbe accaduto niente.
Ma Dylan non poteva: era vero, era tutto vero.
Dopo una lunga battaglia legale per il divorzio tra la Farrow e Woody Allen al regista venne imposto di non vedere la figliastra Dylan, ma la Farrow non volle perseguire penalmente quello che era il suo ex marito per gli abusi sulla figlia.
E Dylan nel frattempo era terrorizzata dagli uomini, ha cominciato a sviluppare disturbi alimentari, a infliggersi ferite,e ancor peggio tutti cominciarono ad accettare questo fatto liquidando l’accaduto con frasi del tipo “Chi può dire cosa sia realmente successo?”
E intanto il suo mostro veniva premiato, andava a Galà, lei lo vedeva sui cartelloni delle strade, sulle Tshirt dei suoi fans, un incubo.
Il prossimo febbraio Woody Allen potrebbe ricevere un altro Oscar del cinema. E lei, Dylan, ha deciso di parlare.
Per dire basta al silenzio assordante che ha circondato la storia in tutti questi anni, e forse principalmente perché adesso Dylan è stata capace di affrontare i suoi demoni.
Le vittime di abusi sessuali con cui si è confrontata, l’hanno sostenuta, per non farsi dire bugiarda, per raccontare la propria versione, perché tutti debbano sentire la sua voce.
Oggi Dylan Farrow è una donna felicemente sposata, ha una famiglia fatta di affetti, di sorelle e fratelli.
E ha accanto una madre, che è stata il suo faro in questi 20 anni, come racconta lei stessa.
“Se fosse stato tuo figlio Cate Blanchett? Alec Baldwin? Oppure Scarlett Johansson? Diane Keaton ti sei dimenticata di me?”
Che siano registi, artisti e grandi personaggi, chi può guardare con gli stessi occhi un uomo che ha fatto questo?