Il primo gennaio dell’anno nuovo “porterà una trasformazione” come cantava Lucio Dalla, che però i commercianti, o almeno qualche categoria, non stava proprio aspettando volentieri: l’obbligo di accettare bancomat e carte di credito.
Per i piccoli commercianti come edicole, tabaccai, panifici, che ricevono nella maggior parte delle vendite piccole somme questa norma si è rivelata, ancor prima di entrare in vigore, mal digerita: “Norma assurda. I piccoli commercianti non sono pronti. I costi delle commissioni sono troppo alti” denuncia l’Ascom, l’associazione dei commercianti.
Il decreto legge 179 del 18/10/2012, ossia il decreto sviluppo varatolo scorso, ha emanato l’obbligo al fine di rendere quanto più possibile tracciabili e trasparenti tutti i passaggi di denaro, e combattere l’evasione fiscale.
Nonstante il decreto entrerà in vigore come si diceva, dal 1 gennaio, ad oggi però mancano i decreti attuativi: al momento infatti non è prevista nessuna sanzione per chi non ottempera all’obbligo di dotarsi di pos, nonstante questo la legge entrerà ugualmente in vigore. Negli ultimi giorni il Ministero dello Sviluppo avrebbe sottoposto alla Banca d’Italia una prima bozza di decreto attuativo, con una proroga all’istallazione dei pos presso i piccoli commercianti fino al 30 giugno e una soglia di 30 euro di spesa sotto la quale il commerciante può ricevere pagamenti in contanti. Anche questo però non esonera il piccolo commerciante a dotarsi di pos, visto che in caso di pagamenti superiori a 30 euro scatta l’obbligo del pagamento elettronico.
Il decreto non è stato esente da polemiche, principalmente da parte dei piccoli commercianti, che a fronte di pagamenti iniqui si troveranno a fronteggiare spese per gli stessi non proporzionate: si pensi che il sistema Pagobancomat prevede una commissione fissa che va oltre i 20 centesimi, oltre a altre commissioni e le spese telefoniche che i commercianti dovranno sostenere. Si immagini questo costo applicato ad una edicola, il cui scontrino medio si aggira al di sotto dei 2 euro. Oscar Fusini, vicedirettore Ascom di Bergamo va incontro a queste lamentele e critica duramente la norma:
“Siamo consapevoli che la modernizzazione dei sistemi di pagamento è uno degli strumenti importanti per aumentare l`efficienza del sistema produttivo italiano. Al tempo stesso, riteniamo che l`utilizzo della moneta elettronica debba essere diffuso tramite una distribuzione equilibrata fra benefici e costi a carico dei soggetti interessati. L’imminente adeguamento alla normativa, invece, imporrà un aggravio pesante per le imprese. Oltre all’obbligo di pagamento dei costi di attivazione del pos, le imprese dovranno sopportare gli ulteriori costi di gestione che andranno ad aggravare le loro spese. A ciò deve poi, ovviamente, aggiungersi il costo delle commissioni su ogni transazione. Il problema vero è che bisognerebbe agire sulle commissioni, abbassandole ai livelli degli altri paesi europei. I costi attuali non sono sostenibili dal commercio tradizionale”.
Al momento però l’obbligo resta fissato al prossimo primo gennaio.