La gravidanza, il parto per via vaginale (specie se i bambini che nascono siano macrosomi – ovvero di peso superiore a 4kg.), come pure le lacerazioni vulvo-vaginali importanti e la stessa pressione esercitata dal feto nell’utero durante ed in coda alla gestazione, possono essere cause e concause di prolasso vaginale.
Cos’è il prolasso?
Un organo subisce un prolasso quando “esce” dalla sua sede naturale; nello specifico con il prolasso vaginale uno o più organi pelvici scendono verso il basso e nei casi più gravi arrivano a fuoriuscire parzialmente dalla vagina.
Quali sono le strutture pelviche che possono essere interessate dal prolasso?
– la vescica (nel qual caso si parla di cistocele);
– il retto (nel qual caso si parla di rettocele);
– l’utero.
Cosa causa il prolasso?
– Le gravidanze, i parti e le lacerazioni vulvo vaginali.
Molte gravidanze, un maggiore peso del bambino e una rilevante importanza delle lacerazioni causate dalla espulsione, sono fattori di più alto rischio per il prolasso.
Ma il prolasso può essere favorito anche da:
– obesità e vita sedentaria;
– seria stipsi cronica o sforzi eccessivi e prolungati;
– fattori genetici;
– isterectomia radicale.
Cosa comporta il prolasso?
Il primo indizio di un prolasso è una sensazione di ingombro vaginale, la malattia è già in stato di avanzamento quando alla sensazione appena descritta si accompagna la percezione tattile di qualche cosa che fuoriesce dalla vagina.
Questi sintomi possono ricorrere con più frequenza alla sera, dopo sforzi eccessivi, dopo molto tempo in piedi o in concomitanza a fenomeni di stipsi.
Il prolasso può manifestarsi anche attraverso “deficienze urinarie”:
incontinenza, incompleto svuotamento della vescica – così detta ritenzione -, infezioni ed ostruzioni acute. Quando sono interessate le vie urinarie è probabile che il problema coinvolga la vescica.
Ove il prolasso sia tanto avanzato da comportare discese, di oragni e mucose, fuori dall’imboccatura vaginale molti possono essere i fenomeni infiammatori. Ciò chiaramente dipende dal fatto che il prolasso, in tali casi, genera una anomala esposizione di strutture interne all‘ambiente esterno – che per sua natura è un ambiente avverso contaminato da molti e diversi batteri.
Una donna che soffra di questa malattia soffre grandi disagi sociali e sessuali, l’incontinenza (che nei casi più gravi è anche fecale) ha una seria ricaduta nei rapporti interpersonali e nella vita comune; le ostruzioni e ciò che ne consegue, invece, compromettono gravemente la vita sessuale. È una malattia importante che va affrontata sotto un aspetto strettamente medico, ma anche sotto un aspetto emotivo e psicologico.
Come si previene il prolasso?
– Curando l’obesità;
– Non trascurando la ginnastica per il pavimento pelvico durante la gravidanza e dopo il parto;
– Curando la stipsi cronica;
– Curando la bronchite e la tosse cronica e quindi non fumando;
– Al momento del parto il capo del bambino dovrebbe non incidere lungamente sul piano perineale;
– Dopo il parto vanno sempre segnalati al medico fenomeni di incontinenza urinaria.
Come viene diagnosticato il prolasso?
La diagnosi è semplice perché di norma la malattia si evidenzia attraverso una ordinaria visita ginecologica a cui verrà associata la considerazione dei sintomi.
Come si risolve il prolasso?
La cura del prolasso dipende dalla gravità della malattia.
In base all’avanzamento della patologia il medico sceglierà l’approccio migliore tra:
– terapia farmacologica,
– terapia riabilitativa,
– terapia chirurgica.
La prima generalmente prevede una cura basata sull’uso di estrogeni locali capaci di migliorare il trofismo dei tessuti.
La seconda punta a riabilitare i tessuti attraverso una ginnastica specifica e mirata, con lo scopo ultimo di rafforzare le strutture che sostengono l’utero e gli organi pelvici.
La chirurgia è la soluzione ultima, quella più radicale che certamente risolve il problema, ma resta invasiva e complessa.
Molti sono i progressi che ha fatto la chirurgia moderna nell’ambito della cura del prolasso. In passato intervenire su un fenomeno di prolasso poteva significare operare una isterectomia, oggi non è più necessariamente così.
L’ultima frontiera in fatto di chirurgia per il prolasso è la POPS – PELVIC ORGAN PROLAPSE SUSPENSION – una tecnica made in Italy.
Sulle pagine di Donna e Mamma – Sfera editore – la POPS viene presentata come una rivoluzione positiva, ideata e realizzata dal Professor. Antonio Longo, già esperto chirurgo all’avanguardia nella cura delle emorroidi.
In cosa consiste la POPS?
La POPS cura il prolasso (sia vaginale che rettale) attraverso l’inserimento di una benda di sostegno capace di mantenere gli organi interessati dalla malattia all’interno della loro sede naturale. La caratteristica fondamentale della POPS è la sua capacità di risolvere contemporaneamente prolasso vaginale e rettale, laddove il secondo è molto spesso conseguente al primo, ma difficilmente viene risolto dalla chirurgia “ordinaria”. La POPS li cura entrambi, ottimizzando il risultato ed eliminando ogni fastidio.
Per esigenze di completezza va detto che anche i disturbi alimentari possono cagionare prolassi perchè essi riescono a compromettere i tessuti.