Un motivo dello squilibrio relazionale tra i coniugi potrebbe essere la nascita del primo figlio, evento che provoca la transizione alla paternità e alla maternità.
Gli adattamenti, spesso fonte di stress, che devono essere messi in atto dalla coppia in occasione della prima nascita, sono stati classificati nel modo seguente (Sollie, Miller, 1980):
1. Le richieste fisiche esercitate dal piccolo nei confronti dei genitori, primo su tutti l’interruzione del sonno.
2. I costi emotivi di sentirsi responsabili verso l’infante, ovvero la consapevolezza che la vita e il benessere del bambino dipendono dalle corrette azioni dei genitori, uniti ai dubbi che essi possono avere sulle proprie capacità.
3. Le limitazioni sulle altre opportunità, come il divertimento ma anche il lavoro (quest’ultimo caso si verifica maggiormente nelle madri).
4. Tensioni nella relazione coniugale, ovvero la gelosia, lo sconvolgimento delle relazioni sessuali e le tensioni risultanti dai tre fattori sopra menzionati possono causare difficoltà tra i coniugi.
Nelle famiglie in cui c’è già un bambino, l’arrivo di un neonato provocherà mutamenti nel loro equilibrio in maniera differente. In uno studio ( di Dunn e Kendrick – 1982) si è riscontrato che la nascita del secondo figlio aveva un effetto drammatico pressappoco in tutti i primogeniti delle famiglie reclutate (la cui età media era intorno ai 2-3 anni). In particolare si osservò che l’incidenza dei contrasti nella relazione madre-primogenito aumentava sia nel momento in cui diminuiva il tempo trascorso a giocare insieme sia quando la genitrice era intenta ad accudire il nuovo nato.
In verità il modo in cui il bambino si comportava nei confronti del nuovo arrivato dipendeva principalmente dal tipo di rapporto avuto in precedenza con i genitori: una relazione intensa e intima, specialmente tra madre e figlia, si associava a una maggiore ostilità verso il neonato; quando la relazione era maggiormente distaccata si verificavano sentimenti più amichevoli verso il nuovo membro della famiglia.