L’arrivo della bella stagione e delle giornata calde, per chi è genitore di un bambino intorno ai due anni, viene associato ad una grande missione: togliere il pannolino!
Io ho due bimbe piccole e posso dire di aver avuto – almeno fino ad ora! – due momenti difficili e stremanti: il primo con lo svezzamento della più piccola e il secondo ora, con la più grande, cercando di toglierle il pannolino. Quindi posso testimoniare che togliere il pannolino può essere complicato!
E’ bene sapere che, anche se a livello biologico è tra i 18 e i 24 mesi che il bambino ha la capacità di controllare lo stimolo, a livello psicologico un bambino può non sentirsi pronto prima dei 4 anni. Questo perché, diversamente da quel che può sembrare, si tratta di una tappa evolutiva molto delicata, che lo porterà all’autonomia.
Proviamo a metterci nei panni del pupo:
se fino al giorno prima nostro figlio con il suo bel pannolino faceva tranquillamente cacca e pipì in qualsiasi momento, abbandonato il pannetto il piccolo è costretto a diventare responsabile di se stesso; il bambino dovrà imparare a controllare lo sfintere, ovvero a non fare i suoi bisogni in libertà. Perciò quando avvertirà lo stimolo dovrà interrompere quello che sta facendo per correre in bagno o sedersi tempestivamente sul vasino.
E diciamoci la verità non è proprio cosa da poco per un bambino di quell’età!
Tra l’altro non è il piccolo a scegliere di abbandonare il pannolino, decidiamo noi per lui. Ed il nostro compito, in questo momento di passaggio, sarà delicato ed importantissimo.
A mio parere, sono quattro i punti fondamentali per non rendere ancor più difficile il momento:
– Non dobbiamo PRETENDERE da nostro figlio che impari ed accetti subito la nuova realtà;
– Dobbiamo accettare i tempi del bambino;
– Non dobbiamo MAI mostrarci delusi se il piccolo si fa la pipì addosso;
– Quando fa i bisogni nel vasino, dobbiamo LODARLO, LODARLO, LODARLO!
Non esiste una vera e propria regola per togliere il pannolino.
È, però, sempre giusto ascoltare i segnali del bambino, studiare le sue reazioni agli stimoli che gli offriamo. Dobbiamo fare attenzione al linguaggio del piccolo proprio perché si tratta di un momento intimo e “cruciale” della sua crescita.
Secondo l’orientamento più praticato si comincia col togliere il pannolino durante il giorno, lasciando il vasino a portata di mano o comunque in vista. È appena il caso di ricordare che al genitore spetta il compito di sforzarsi di rimanere il più tranquillo e spontaneo possibile.
Il bambino si bagnerà senz’altro, l’associazione pipì – vasino non sarà automatica, tuttavia non dobbiamo ASSILLARLO, UMILIARLO o SGRIDARLO.
Questi sono alcuni dei comportamenti da non adottare se non vogliamo rischiare di ottenere l’effetto contrario, causando un blocco psicologico nel bambino, nonché una continua lotta per la riconquista dell‘amato pannolino.
Per molti bambini, adottando questa routine, il passaggio al vasino avviene in modo spontaneo. Solo bagnandosi il bambino capisce come deve comportarsi!
Potrebbe, tuttavia, succedere che il piccolo rifiuti totalmente il vasino, arrivando a vivere il momento come uno stress. In questo caso, sarebbe preferibile non insistere, tornare al pannolino per almeno qualche settimana, riproponendo il vasino in un secondo momento e magari con modalità diverse.
L’uso, ad esempio, di mutandine colorate o con personaggi amati, la lettura di un libricino sul vasino o far scegliere al piccolo il “posto” dove preferisce fare i bisogni, possono aiutare a vivere l’abbandono del pannolino più serenamente.
E’ importante non creare confusione nel bambino, quindi, una volta avviato l‘uso del vasino (o del wc), mai tornare indietro se non vogliamo compromettere i successi ottenuti.
Per il resto, che dirvi … io sono solo una mamma, ancora in alto mare!
Auguro a tutte voi BUONA FORTUNA!