Napoli. Carolina Sepe era stata ferita da un colpo di pistola nell’agosto scorso, colpo partito dall’arma di una ex guardia giurata vicina di casa durante un litigio, nel quale morì anche il padre di Carolina.
Carolina era incinta quando venne colpita (leggi l’articolo qui), e trasportata all’ospedale Cardarelli di Napoli.
Oggi Carolina, in coma e sotto sedativi per evitare ulteriori danni cerebrali, lotta ancora per la vita, sua e del bimbo che porta in grembo.
E lui continua a crescere.
Il primario del reparto ospedaliero Maria Giovanna de Cristofaro è ottimista: “continua a crescere senza problemi”, e quando il bambino arriverà al sesto mese, e le condizioni cliniche lo consentiranno, verrà fatto nascere.
Il marito di Carolina, Giampiero, afferma:
«Se sarà un maschietto lo chiameremo Vincenzo, così avrà lo stesso nome e cognome del suo povero nonno ammazzato. Le sto vicino per ore, le parlo, le racconto quello che succede a casa… Ho registrato con il telefonino un video del nostro bambino di due anni e l’altro giorno le ho fatto sentire la sua voce. Le scendevano le lacrime. Allora l’ho rifatto altre volte e lei ha pianto ancora. Io sono sicuro che mi sente e sente la voce di nostro figlio. Sono sicuro che capisce. Non può comunicare né muoversi ma capisce. Può guarire e tornare a casa »
Carolina ha sospeso per alcuni giorni la sedazione, e i suoi riflessi danno da pensare ad una lenta ripresa. Ma i medici non si esprimono, è ancora troppo presto.
La cosa certa è che il piccolo che porta in grembo, e respira con lei, quando lei non riesce a farlo da sola, è forte, e vuole nascere, e vivere.