Avevo circa 8 – 10 anni. Erano le sei e mezza del mattino e mi accingevo a scendere le scale della nostra casa al mare- tutto era in silenzio. Riuscivo a percepire il rumore delle onde in lontananza. Arrivata giù mi accorsi di non essere l’unica sveglia. Nel cortile incontrai mio nonno che mi chiese se avevo voglia di accompagnarlo per una passeggiata. C’incamminammo così per le stradine del villaggio e su per la campagna. Attraverso i prati, nonno mi mostrò le varie piantagioni, mi indicò gli alberi da frutto, cogliendone qualcuno per mangiarlo assieme. Fu la passeggiata più bella della mia vita e l’unico momento bello vissuto con mio nonno, dato che il suo rapporto con me era basato solo su cose materiali.
Ricordi come questi ti restano nel cuore e difficilmente ritornano.
Questo è quello che io immagino come rapporto nonno-nipote e, ora che sono mamma, è quello che vorrei per i miei figli. Purtroppo non è così.
È una continua lotta a dare di più, a mettersi in mostra, competere, dimostrare di saper far meglio. Dare più valore ad una maglia firmata piuttosto che ad un momento magico, conquistare l’affetto con regali piuttosto che con carezze.
Ma io dico :”mettiamo da parte orgoglio, testardaggine e pregiudizio e cooperiamo! Uniamo le forze per far crescere questi bambini in un’atmosfera serena e amorevole”.
Noi neogenitori non chiediamo altro che essere guidati e indirizzati al meglio verso la crescita e l’educazione dei nostri figli, ma a volte, come nel mio caso, ci troviamo di fronte persone irresponsabili che non fanno altro che deridere, sbeffeggiare e sminuire il nostro lavoro.
I nonni d’oggi, condizionati dalla tv, dal sentirsi giovani e alla moda mi fanno rimpiangere quella che una volta definivo “obsoleta rappresentazione dei nonni”, ovvero una vecchina con occhiali e scialle seduta su una sedia a dondolo intenta a leggere una fiaba ai nipoti alla luce del camino.
L’idea più romantica di mio padre è piazzare i bambini davanti al televisore per tenerli tranquilli, farli giocare separatamente in modo tale da che non litighino e correggerli continuamente se fanno una costruzione “storta” (dove sta scritto che faranno gli ingegneri?).
Credo che tutto ciò sia anche dovuto ad una mancanza d’esempio genitoriale per loro. Il comportamento che loro hanno nei confronti dei miei figli è lo stesso che i miei nonni e loro stessi hanno avuto verso di me e i miei fratelli. Materialmente non ci hanno mai fatto mancare nulla, mentre emotivamente era una costante lotta per attirare la loro attenzione, senza risultato. Prima di riuscire a spezzare questo circolo vizioso bisogna prenderne atto, ma non l’hanno ancora capito.
Si può provare a parlare, a trovare un accordo tra questi due modi di educare. I più fortunati ci riescono ma, se così non fosse, si avranno due alternative:
1° soccombere alla continua competizione a cui ci sottopongono i nonni;
2° lottare per far valere i nostri diritti nell’essere genitori e, come tali, poter anche sbagliare e migliorare da questi sbagli.
Per quanto mi riguarda, lotto tutti i giorni per la stupenda famiglia che sono riuscita a costruire con mio marito.
Questo racconto porta la firma di Maria C. una delle nostre Amiche.
“Grazie Maria da parte di tutta la redazione”