Gli elefanti africani sono mastodontici animali intelligenti, non tendenzialmente aggressivi, caratterizzati da uno spiccato senso del branco e particolarmente affascinanti:
possono, a pieno diritto, essere definiti come “giganti buoni della Savana”.
Gli elefanti vivono in nutriti branchi che arrivano a comprendere circa 50 esemplari.
E se oggi i branchi di elefanti sono tendenzialmente ridotti la colpa è da attribuire principalmente al bracconaggio e al conseguente pericolo estinzione che minaccia gravemente la vita di questi magnifici animali.
I branchi sono guidati da una femmina anziana, emblema di una cultura “matriarcale”; addirittura per ogni comunità stabile (ovvero per ogni branco) di elefanti pare che ci possa essere anche soltanto un maschio adulto. I maschi adulti, ed in particolare quelli anziani, comunemente vivono prevalentemente isolati.
Le elefantesse hanno un enorme e spiccatissimo senso della famiglia, audacemente, fieramente e senza risparmiarsi difendono sempre i loro piccoli e si spendono per l’unità del branco.
Non tutti sanno che se un piccolo elefante perde la vita, la mamma lo seppellisce:
le elefantesse sorreggono il corpicino inerme del proprio figlio con la proboscide e lo tengono sulle zanne, ne trasportano il cadavere sin quando non trovano il luogo giusto per deporlo e coprirlo di foglie, una grossolana sepoltura che però colpisce per la sensibilità e lo strazio che evoca.
L’immagine qui sotto dimostra la fierezza con cui una mamma elefantessa protegge il suo piccolo dalle fauci di un alligatore ed è commuovente vedere l’elefantino rifugiarsi tra le zampe possenti della madre.
Il branco è per gli elefanti “la casa”, “la comunità familiare” nella quale si vive e per la quale si combatte.
Se un elefante del branco si trova in difficoltà gli altri membri della “comunità” lo aiutano e lo supportano, lo fanno anche se uno di loro è ferito, se è in corso un attacco predatorio o se è l’uomo ad interferire con la loro vita.
Spesso la protezione dei cuccioli, che è appunto molto spiccata nelle mamme elefantesse, spinge questi animali ad entrare in conflitto con l’uomo ed a parere aggressivi. In realtà gli elefanti non sono tendenzialmente violenti e se manifestano aggressività nei confronti dell’uomo il loro atteggiamento altro non è che il risultato di un mero istinto di difesa.
Gli elefanti fanno lunghissime passeggiate alla ricerca di cibo; infatti, per procurarsi l’enorme quantità di alimenti di cui il branco necessita, gli elefanti sono costretti a muoversi, continuamente vanno in cerca di nuovi pascoli.
Con le proboscidi pendule e le orecchie che sventolano per scacciare le mosche, gli elefanti procedono in fila indiana tracciando lunghi solchi nella terra, segni inequivocabili del loro passaggio.
Hanno un’andatura lenta che si accelera solo in caso di allarme e hanno un passo silenzioso; malgrado la loro mole enorme non provocano un gran rumore quando camminano.
Il passo felpato degli elefanti dipende dalla pianta delle loro zampe, completamente costituita da strati di tessuto soffice ed elastico capaci di ammortizzare il considerevole peso degli animali.
Il video qui sotto mostra una “famiglia di elefanti” che si ricongiunge (o più correttamente mostra alcuni membri di un branco che affettuosamente si cercano).
Le immagini sono da condividere perché attestano la bellezza pacifica di una razza tanto minacciata dall’uomo: oggi questi magnifici giganti rischiano l’estinzione perché troppi esemplari sono stati massacrati da bracconieri avidi e senza scrupoli.
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