In rete e su Facebook incomincia a Girare la foto che vedete qui a destra:
un cassonetto colmo di rifiuti e l’immagine ingombrante di molte vaschette piene di alimenti divisi in monoporzioni.
Le vaschette sono evidentemente quelle di una mensa (pubblica o privata non è dato saperlo perché gli involucri ed il confezionamento non rivelano nulla in merito).
La foto irrompe in rete come un’immagine di denuncia:
parte dal sito VoxNews e, stando a quanto descritto dal citato portale, immortalerebbe “del cibo offerto dal governo italiano agli immigrati e da questi rifiutato e scartato”.
Ecco cosa si legge su VoxNews:
<<Periferia est di Roma, di Tor Tre Teste, quartiere tranquillo fino a 2 3 anni fa, quando sono arrivati i clandestini/rifugiati politici sistemati dallo Stato in un complesso di abitazioni nel quartiere, a spese nostre ovviamente.
Il complesso è su una strada principale della zona e non (via Prenestina). Oltre agli innumerevoli casi di reati legati alla loro presenza e ad un campo nomadi sempre presente nel ‘fortunato’ quartiere, i residenti denunciano anche un’altra cosa.
Lo potete vedere nella foto a fianco: mono-porzioni di cibo ancora impacchettato e destinato ai clandestini che gli stessi gettano nel cassonetto all’esterno del complesso loro riservato, perché non di loro gradimento.
Non scordiamo che queste persone percepiscono dallo Stato, cioè da noi, circa €45 al giorno di paghetta, oltre all’alloggio, quindi, visto che l’alloggio è gratis, preferiranno spendere i loro soldi direttamente al ristorante.>> (Citazione testuale da VoxNew, fonte anche della foto di cui in alto a destra)
Posto che il razzismo parte dal rigetto dell’altro e dal rifiuto dell’accoglienza e quindi posto che il razzismo è in origine un pregiudizio malvagio, lo “scritto” e l’immagine allegata pubblicati da VoxNews lasciano spazio a molti dubbi, dubbi che vale la pena chiarire ed estrinsecare:
- Che profughi ci sono o ci sono stati a Tor Tre Teste, periferia romana?
Se si scrive su Google “Tor Tre Teste profughi” si capisce subito che si tratta di profughi africani immigrati in Italia già da tempo o di rom. Di conseguenza si capisce anche che questa gente è diversa dai profughi sbarcati a Lampedusa che stanno commuovendo e “turbando” il Paese.
- Nell’articolo succitato si legge testualmente: << Oltre agli innumerevoli casi di reati legati alla loro presenza e ad un campo nomadi sempre presente nel ‘fortunato’ quartiere, i residenti denunciano anche un’altra cosa>>.
RomaToday autorevole fonte dei fatti della Capitale e della sua provincia riporta sì notizie sul campo nomadi ma sono datate marzo 2012, allora la giunta gestiva un progetto di sgomberi. Riguardo ai reati, invece, l’ultimo noto e salito agli onori della cronaca altro non è che un furto di pigne nel parco. Una coppia di extracomunitari, armata di lunghe aste di ferro brandite contro gli arbusti, rubava comuni pigne dagli alberi con l’intento di venderle e racimolare qualche soldo. In rete non c’è traccia di reati contro la persona né contro beni privati.
- Descrivendo la foto il redattore di VoxNews: definisce l’origine del cibo gettato nell’immondizia e precisamente scrive: << Lo potete vedere nella foto a fianco: mono-porzioni di cibo ancora impacchettato e destinato ai clandestini che gli stessi gettano nel cassonetto all’esterno del complesso loro riservato, perché non di loro gradimento.>>
Il cassonetto, quindi, viene collocato all’esterno del centro profughi di Tor Tre Teste. Analizzando la foto però non emerge nessun elemento utile e certo per ricondurre quell’immagine al luogo di Tor Tre Teste, ai suoi cittadini o ai suoi immigrati.
Innanzitutto nell’articolo di VoxNews il redattore non cita alcuna fonte, rimanda la foto ad una generica denuncia dei cittadini; in secondo luogo operando una ricerca per immagini su google la foto non risulta immediatamente riconducibile a nessuno se non al sito suddetto.
- Come si può stabilire con certezza che quel cibo sia stato gettato da profughi insoddisfatti? Come si può certamente escludere che provenga da una qualunque altra mensa scolastica, ospedaliera o aziendale?
Ingrandendo la foto si vedono due adesivi che riportano la pubblicità di ditte di traslochi. Uno dei due adesivi, grazie ad un banale ingrandimento, risulta perfettamente leggibile: i numeri e il nome impresso (attraverso una ricerca su PagineBianche) riportano a Cori, Latina. E dall’analisi della distanza che intercorre tra i due luoghi si evince questo:
se il cassonetto si trovasse realmente a Tor Tre Teste l’adesivo avrebbe percorso circa 60km di strada, nel senso che la ditta pubblicizzata su quell’adesivo si trova a circa 60km di distanza da Tor Tre Teste, pari ad 1ora di strada (comunemente sui cassonetti si attaccano adesivi di ditte locali).
Considerati gli elementi appena descritti sembra quasi che “il razzismo” (e la sobillazione al razzismo) sia un indignitoso “Sport Nazionale” praticato anche a costo di inventare “irragionevoli e mal fondate” favole metropolitane!
Io non sono razzista, se non lo sei neanche tu condividi questo articolo per sbugiardare chi immette in rete infamità, insulti razziali e gratuite offese rivolte a chi vive nella miseria e nella disperazione.
Non è l’indignazione verso gli ultimi che salverà il Paese, l’Italia si può salvare solo se lo Stato, inteso come complesso istituzionale, insorga, riformi e innovi anche le politiche sull’immigrazione.