L’Italia intera ha conosciuto e pianto Sarah Scazzi, la giovane vittima del giallo di Avetrana scomparsa ed uccisa il 26 agosto del 2010.
Fu assassinata e gettata in un pozzo, lì, secondo le intenzioni dell’assassino e dei suoi complici, il giovane corpo della ragazza avrebbe dovuto corrompersi nel silenzio e nella solitudine.
Questa bambina bionda, dal viso etereo e dell’aspetto spensierato aveva appena 15 anni quando la morte l’ha sopraffatta e la sua è stata una dipartita violenta e crudele.
Tutti sanno che il giallo di Avetrana si è presto tramutato in un dramma familiare:
la morte della giovanissima Sarah, stando alle risultanze del processo, è stata indotta e causata dalla cugina Sabrina Misseri; Sabrina avrebbe agito avvalendosi della complicità di sua madre, l’amatissima zia Cosima; e, per chiudere un quadro familiare grigio e spaventoso, all’occultamento del cadavere avrebbe provveduto Zio Michele, padre di Sabrina e marito di Cosima.
In pratica Sarah sarebbe morta per mano di chi diceva di amarla come una sorella e come una figlia.
Sabrina Misseri è stata condannata all’ergastolo per l’omicidio della cugina Sarah Scazzi. Tutte le ricostruzioni della vicenda, che sono state compiute in sede processuale, hanno indotto i giudici a riportare l’omicidio ad un unico movente: la gelosia.
Sarah era bella, giovanissima e delicata e questa sua grazia eterea avrebbe messo in ombra Sabrina.
Pare, infatti, che Sarah ricevesse le attenzioni affettuose di Ivano Russo, giovane con cui Sabrina Misseri aspirava a stringere una relazione sentimentale.
Ma questo può bastare ad uccidere?
Concetta Serrano, mamma di Sarah Scazzi, ha rilasciato un’intervista al settimanale “Giallo” (n° 26 – 9 ottobre 2013 CairoEditore).
Le pagine della rivista sono ricche di dettagli interessanti e allo stesso tempo inquietanti.
La madre della vittima del giallo di Avetrana si dimostra certa del fatto che Sabrina Misseri nasconda altre verità.
Sarah non sarebbe morta semplicemente e solamente perché la cugina era gelosa di lei!
Già il pubblico Ministero Marino Buccoliero, nel corso del processo contro Sabrina Misseri, aveva avanzato l’ipotesi che la cugina e la zia Cosima avessero, oltre la gelosia un secondo movente.
Concetta Serrano si sofferma su un dato processuale: nel corso del processo è emerso che probabilmente zia Cosima ha “recuperato” Sarah dalla pubblica via mentre la giovane, forse, si allontanava da casa Misseri.
Diciamo “probabilmente” perché in merito non esiste una prova certa, questo “recupero della vittima dalla via” antistante casa Misseri è stato oggetto di una testimonianza piuttosto controversa (e persino ritrattata e ritirata). Fu la testimonianza di un fioraio; addirittura il teste sarebbe arrivato a ritirare la sua deposizione sostenendo di avere esposto non dei fatti realmente accaduti ma solo il ricordo di un sogno così emotivamente coinvolgente da parere vero.
Partendo dall’ipotesi che, quel maledetto 26 agosto, Cosima sia uscita da casa sua a bordo della propria autovettura per “recuperare” Sarah caricandola in macchina, il settimanale Giallo insieme a Concetta Serrano, pone una domanda chiara: “Perché Concetta sarebbe intervenuta in una disputa tra Sara e Sabrina? (Cosa c’era da nascondere o da impedire?) ”
La madre di Sarah ha ricostruito la vita della figlia accanto a quella cugina così vicina e tanto amata.
Ed, al settimanale Giallo, Concetta Serrano fa una “rivelazione” scioccante: secondo la madre di Sarah sua figlia sarebbe stata uccisa perché era venuta a conoscenza di riti satanici (o meglio riti lussuriosi giustificati da ispirazioni sataniste).
Tali riti, praticati anche da Sabrina, si sarebbero consumati nelle masserie abbandonate nelle campagne intorno ad Avetrana.
Concetta Serrano presenta al settimanale Giallo il testo di una conversazione. Questo testo, che potrebbe tradursi in una chiave di lettura del giallo di Avetrana, viene indicato (dal giornalista, per ammissione dell’intervistata) come la trascrizione di una conversazione intervenuta alle 9.45 del 4 settembre 2010 tra Sabrina Misseri ed un amico, tale Alessio Pisello.
Allora Sarah era già morta ma il suo corpo restava celato nel pozzo dell’orrore da cui fu recuperato solo il 7 ottobre 2010.
Di fatto all’epoca della conversazione (oggi presentata dal settimanale Giallo, da cui è tratta la foto qui allegata) i Carabinieri intercettavano tutte le utenze appartenenti alle persone vicine alla giovane Sarah; ciò avveniva come naturale conseguenza delle indagini e per il fatto che le autorità tendenzialmente erano portate a credere che la ragazza fosse viva e che si fosse spontaneamente allontanata da casa.
In poche parole le intercettazioni telefoniche compiute dai Carabinieri dopo la scomparsa di Sarah non puntavano a scoprire un assassino ma speravano di interrompere la fuga di un’adolescente.
Sta di fatto che nel corso della telefonata tra Sabrina e il suo amico Alessio emerge la preoccupazione dei due in merito ad una masseria nella quale degli “amici”, non bene identificati, sarebbero dovuti andare prima dei Carabinieri.
Cosima Serrano si è data una spiegazione su quella masseria (nonchè sull’esigenza, manifestata dalla nipote e dal suo amico durante la telefonata, che i Carabinieri vi arrivassero solo dopo “gli amici”):
la masseria (come forse altre nelle campagne intorno ad Avetrana) era la sede di riti lussuriosi ed occulti. Secondo la mamma della vittima, Sarah ne era a conoscenza e avrebbe voluto liberarsi dal peso di questo segreto ingombrante. Per evitare che la giovane Sarah svelasse il lato oscuro di Sabrina e dei suoi amici la zia e la cugina l’avrebbero fatta tacere per sempre uccidendola.
Il settimanale “Giallo” pubblica le immagini di alcune masserie nelle campagne intorno ad Avetrana e ne considera con particolare attenzione una denominata “la casa dell’Africa”. Questa masseria è anche oggetto di una leggenda popolare: si narra che tra quelle mura morì tragicamente la figlia di un uomo facoltoso, la giovane si tolse la vita gettandosi in un pozzo della tenuta. Oggi “la casa d’Africa”, come le altre masserie abbandonate e fatiscenti nelle campagne attorno ad Avetrana, ha un aspetto dissacrante ed all’interno sono stati impressi molti disegni e diverse scritte.
Come confermano gli esperti, il satanismo è cosa diversissima dai riti improvvisati dei giovani adolescenti affascinati dall’occulto. Ma spesso, proprio questi ragazzi, usano il pretesto del satanismo per praticare rituali sensuali e lussuriosi.
Sovente le immagini riprodotte dai giovani sulle pareti dei luoghi d’incontro sono malamente copiate da internet e i posti scelti per i rituali sono semplicemente luoghi appartati ed abbandonati.
Ed a giudicare dalle foto delle masserie di Avetrana è assai difficile definirle vere sedi di rituali satanici, sembrano piuttosto soltanto posti appartati dove coppiette o tossicodipendenti possano nascondersi dagli sguardi della gente.
Sta di fatto però che il riferimento di Sabrina ed Alessio alla masseria è chiaro ed inequivocabile, non è escluso che questa conversazione possa divenire origine e causa di un approfondimento anche in sede giudiziaria.
La Mamma di Shara chiarisce la sua posizione, ecco cosa ha detto veramente
(leggi qui le dichiarazioni di Mamma Concetta)