La nave da crociera Concordia, fiore all’occhiello della compagnia genovese Costa Crociere, in quanto rappresentava il più grande natante della loro flotta, è divenuta nota al mondo intero per il tragico naufragio avvenuto il 13 gennaio del 2012.
Lunga 290,2 metri e larga 35,5 metri, per un peso complessivo di oltre 114mila tonnellate di stazza lorda, la nave salpò quello stesso giorno dal porto di Civitavecchia, erano circa le ore 19.00, diretta verso il porto di Savona, destinazione che mai raggiunse.
A bordo vi erano 4.229 passeggeri, di cui 3.216 turisti, ansiosi di intraprendere una vacanza in totale relax, e 1.013 membri dell’equipaggio, tutti ignari di ciò che sarebbe accaduto di li a poche ore.
Alle ore 21:42 infatti, a causa di una manovra rischiosa, denominata in sede d’inchiesta “inchino”, ossia il passaggio ravvicinato della nave alla costa, l’enorme natante urtò uno degli scogli delle isole Le Scole con la fiancata sinistra, provocando uno squarcio lungo 75 metri e largo più di 2 metri.
È l’inizio di un incubo!
La nave fuori controllo inverte la propria rotta, adagiandosi poi con il fianco destro sul fondo marino dinnanzi al porto dell’isola del Giglio, continuando ad inclinarsi ed imbarcare acqua. I fatti di cronaca che vengono esposti nei successivi giorni mostreranno poi scene di panico tra equipaggio e passeggeri, ritardi nel calare le scialuppe ed incomprensioni in cabina di comando.
Il bilancio di quell’immane tragedia fu di 32 morti, dei quali 2 risultano ancora dispersi.
Il relitto del Concordia, nonostante abbia subito vari smantellamenti e nonostante le varie proteste da parte degli abitanti dell’isola del Giglio, è rimasto adagiato in mare per 20 mesi, fino al 16 settembre 2013, giorno in cui si è compiuta la grande opera di parbuckling, ovvero il raddrizzamento della nave.
Iniziate ieri mattina intorno alle ore 9:00, il natante è tornato nella sua posizione originaria mostrando il suo lato oscuro, quello che il mare fino ad ora aveva celato e custodito.
Immagini, soprattutto quelle scattate in notturna, che si rivelano inquietanti, che rievocano un grande dolore, soprattutto quello di chi non ha avuto la fortuna di poter uscire da quelle stanze, coloro che si son visti strappare dalle mani la propria vita, inghiottita dalle acque.