La foto che vi postiamo qui a lato sta letteralmente impazzando su facebook da una settimana circa. Ecco il messaggio che l’accompagna:
“Controllate il tonno più economico che trovate nei supermercati, dove c’è stampato FAO 61 o FAO 71 è tonno proveniente dal mar del Giappone dov’è stata riversata l’acqua contaminata di Fukushima. Molti produttori fanno inscatolare il tonno in località non sospette con etichette italiane o europee per non far capire che il pescato proviene dal Giappone. Controllate sempre il numero Fao”.
Un allarme a tutti gli effetti che però, come di solito accade in questi casi, non proviene da una fonte ufficiale nè tanto meno attendibile, bensì è stato creato su profili privati, resi però pubblici ed accessibili a tutti oppure su pagine facebook (pagine che della diffusione di bufale o disinformazione ne hanno fatto un vero e proprio mestiere).
Per quanto riguarda la nostra “fonte” (ossia il profilo che ha creato le foto con i relativi comunicati che qui vi alleghiamo) ci è parsa subito sospetta in quanto i suoi scritti risultavano alquanto contraddittori.
La prima foto, quella posta in apertura di articolo, è stata condivisa sul profilo lo scorso 9 settembre e, purtroppo, ha raggiunto oggi le 47mila condivisioni. Nel comunicato si parla di “tonno economico”, indicato come sicuro pesce radioattivo perché pescato nelle acque contaminate del Giappone.
Due giorni dopo, lo stesso profilo, identifica come pericoloso il tonno più costoso, arrivando a definirlo “RADIOSO”, il che la dice lunga sull’attendibilità della fonte.
Cambia la qualità del tonno, cambia anche l’allarme che si vuol diffondere sul web:
“Controllate il pesce pescato che trovate nei supermercati (soprattutto il tonno), dove c’è stampato FAO 61 o 71 è pesce proveniente dal mar del Giappone dove è stata riversata l’acqua contaminata di Fukushima. Molti produttori fanno inscatolare il pesce (il tonno in Giappone è molto richiesto) in località NON SOSPETTE con etichette italiane o europee per NON far capire che il pescato proviene dal Giappone. Controllate sempre il NUMERO FAO”.
Ad avvalorare ancora di più la teoria sul tonno radioattivo, se non addirittura ad anticiparla, un ancor più inquietante foto che alcuni blogger hanno, guarda caso, tradotto in malo modo e “rielaborato” a proprio piacimento, facendola risultare come uno scatto realizzato da un satellite capace di rilevare la presenza di radioattività nelle acqua antistanti Fukushima.
Qual è la verità?
Più che una verità, il disastro di Fukushima, avvenuto nel marzo del 2011, è una triste ed amara realtà, così come lo è la contaminazione delle acque.
Per quanto concerne la sigla FAO e relativi numeri indicati sulle scatolette di tonno, sono i dati che rappresentano realmente la zona di pesca e di provenienza del pesce. Ecco la suddivisione dei mari effettuata dalla FAO (Food and Agriculture Organization), organizzazione delle Nazioni Unite impegnata nella tutela dell’alimentazione e dell’agricoltura:
- Atlantico nord-occidentale Zona FAO n. 21
- Atlantico nord-orientale Zona FAO n. 27
- Mar Baltico Zona FAO n. 27.III.d
- Atlantico centro-occidentale Zona FAO n. 31
- Atlantico centro-orientale Zona FAO n. 34
- Atlantico sud-occidentale Zona FAO n. 41
- Atlantico sud-orientale Zona FAO n. 47
- Mar Mediterraneo Zone FAO n. 37.1, 37,2 e 37,3
- Mar Nero Zona FAO n. 37,4
- Oceano Indiano Zone FAO n. 51 e 57
- Oceano Pacifico Zone FAO n. 61, 67, 71, 77, 81 e 87
- Atlantico Zone FAO n. 48, 58 e 88
Come si evince dalla mappa FAO, la zona 61 rappresenta l’oceano Pacifico nord-occidentale e comprende la zona “radioattiva” del Giappone mentre la zona 71, il cui confine nord dista 4mila km da Fukushima, comprende l’oceano Pacifico centro-occidentale, includendo paesi quali Filippine, Indonesia, Nuova Guinea e Australia del Nord.
Data la rilevante distanza che intercorre tra la FAO 71 e la zona contaminata di Fukushima, possiamo “sbugiardare” il primo punto del comunicato: nella FAO 71 non vi è stata riversata l’acqua contaminata.
Tuttavia bisogna tener presente sia le correnti marine che la mobilità del pesce stesso. Come tutto noi ben sappiamo infatti il tonno nuota e proprio grazie ai suoi spostamenti può raggiungere altri mari, persino quelli che gli allarmisti non considerano radioattivi.
Nell’aprile del 2012 infatti alcuni ricercatori resero note, attraverso la pubblicazione sulla rivista “Proceedings of National Academy of Sciences”, le analisi effettuate su flora e fauna considerate contaminate, svolte in seguito al rilevamento di isotopi radioattivi provenienti dal reattore nucleare danneggiato di Fukushima in alcuni esemplari di tonno pescati nei mari californiani nell’agosto del 2011.
Ecco quanto riportato sul sito “Le Scienze”:
“In questo studio, gli autori hanno calcolato le dosi di radiazione assorbite da diversi organismi marini e dagli esseri umani in seguito a un eventuale consumo di tonno contaminato. Le analisi mostrano che in tutti i casi le dosi sono dovute principalmente dal polonio-210, un emettitore alfa naturale…. La dose ulteriore dovuta al consumo di tonno contaminato con radionuclidi di Fukushima negli Stati Uniti è stata calcolata tra 0,9 e 4,7 microsievert (il sievert è l’unità di misura della dose equivalente, e quantifica il danno biologico da radiazione). Queste dosi sono largamente inferiori quelle dovute ad altre contaminazioni già presenti nei cibi, alla radioattività naturale, che per esempio in Italia è in media di circa tre millisievert, o agli apparecchi diagnostici: nel caso di una radiografia al torace, si tratta di 0,02 millisievert, cioè 20 microsievert”.
Infine, per quanto concerne la foto rilevata dai satelliti che mostra la radioattività del mare del Giappone, altro non è che una simulazione sulla possibile contaminazione delle acque, descritta sul sito dell’azienda Asr, dove per l’appunto si precisa:
THIS IS NOT A REPRESENTATION OF THE RADIOACTIVE PLUME CONCENTRATION oppure The computer simulation presented here
Qui di seguito vi riportiamo il video della simulazione.