Nel febbraio del 2012, attraverso un’inchiesta realizzata dal quotidiano britannico “Daily Telegraph”, emerse una sconcertante realtà: in Inghilterra venivano praticati aborti selettivi.
Illegale in Gran Bretagna, l’aborto selettivo, ovvero la scelta volontaria di interruzione di gravidanza effettuata in base al sesso del feto, soprattutto quello femminile, è diffuso invece nei paesi orientali, in particolar modo in Cina ed India, dove, per questioni economiche e culturali, si preferisce avere un erede maschio.
L’inchiesta.
Un reporter del Telegraph sotto copertura è riuscito ad accompagnare alcune donne gravide in 9 diverse cliniche sparse in tutto il paese, raccogliendo testimonianze sul caso attraverso alcuni filmati.
In particolare, è possibile vedere ben due medici che prendono accordi con le proprie pazienti che manifestano l’intenzione di abortire specificando che non desiderano avere una bambina.
Dopo più di un anno e mezzo da questa scioccante rivelazione, l’argomento è tornato agli onori di cronaca nel paese d’oltremanica proprio in questi giorni, acquisendo un interesse quasi mondiale, in seguito ad una più che criticata sentenza.
Il Crown Prosecution Service (CPS, dipartimento non ministeriale del governo del Regno Unito responsabile delle pubbliche persecuzioni di persone accusate di reati penali in Inghilterra e Galles – fonte Wikipedia) ha infatti stabilito che i due medici sopra citati, nonostante abbiano infranto la legge, non sono perseguibili penalmente perché la vicenda non sarebbe di “interesse pubblico”.
“Il CPS – riporta il Telegraph – ha riconosciuto, a seguito di un’inchiesta di 19 mesi, che non vi erano prove sufficienti per giustificare un procedimento penale con una <prospettiva realistica di condanna>…. Hanno detto che non c’era bisogno di montare un procedimento penale perché il General Medical Council, l’organismo che sovrintende la condotta dei medici, potrebbe affrontare il caso. Tuttavia, la GMC non ha poteri criminali e non può perseguire violazioni della legge”.
In sostanza, secondo il CPS, i due medici dovranno essere giudicati da un concilio medico che, non avendo gli stessi poteri di un’autorità giudiziaria, potrà valutare e assegnare loro delle sanzioni basandosi soltanto sull’etica, tralasciando quindi l’illegalità delle loro azioni.
Jeremy Hunt, il ministro della Sanità inglese, si è mostrato allarmato da tale decisione, chiedendo che venga fatyta una maggiore chiarezza sula questione:
“Vogliamo chiarire che la scelta dell’aborto selettivo è contro la legge ed è del tutto inaccettabile… Ho scritto al procuratore generale per chiedere chiarimenti urgenti sui motivi che hanno portato a questa decisione”.
Fonte: Telegraph