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Fermenti Lattici in Gravidanza e Allattamento si Possono Prendere?

di Dott.ssa Marta Volpe

09 Settembre 2013

 

fermenti lattici in gravidanza e allattamento Dopo un’estate trascorsa a mangiare panini o tramezzini in spiaggia, a fare spuntini eccessivi fuori pasto e a bere bevande e granite per trovare un po’ di ristoro dall’afa, il vostro intestino ha alzato bandiera bianca per implorare aiuto! E così, per ristabilire un po’ di equilibrio, basta ricorrere al rimedio non farmacologico più diffuso tra la gente: i probiotici.

Per chi ancora non li conoscesse sono microrganismi benefici, soprattutto batteri, molto simili a quelli già presenti nel nostro intestino, dove vivono in simbiosi col nostro organismo; si tratta, infatti, di una stretta collaborazione: noi forniamo loro il giusto nutrimento e loro, in cambio, ci aiutano nella digestione, sintetizzano vitamine come la biotina e la K, sostengono il funzionamento del sistema immunitario e prevengono le infezioni microbiche.

Li possiamo ritrovare in alcuni alimenti come yogurt, kefir, crauti o tempeh (alimento fermentato ricavato dalla soia) o sottoforma di numerosi integratori differenti tra loro per tipo e quantità di batteri contenuti; questo perché i probiotici non sono tutti uguali, come uguali non sono gli effetti positivi che arrecano. Tra i più annoverati ci sono sicuramente i lattobacilli e i bifidobatteri.

Con tutti gli integratori di probiotici che si trovano sul mercato, però, qualche dubbio ci viene: quale scegliere?

  • Innanzitutto va considerato che un buon integratore, a parte usi specifici, dovrebbe contenere almeno 5 tipi di batteri differenti;
  • il numero di UFC (unità formanti colonie) deve andare da pochi milioni a decine/centinaia di miliardi (per chi inizia è importante usare un dosaggio più basso);
  • è necessario sceglierli acidoresistenti o gastroprotetti, per permettere loro di arrivare inalterati all’intestino e di non essere attaccati dall’acidità dello stomaco;
  • un ultimo occhio, ma non meno importante, deve cadere sulla data di scadenza: nonostante non sia possibile sapere al momento dell’acquisto quanti fermenti lattici siano vivi e quanti no, prediligendo una scadenza più lunga aumenta la probabilità di acquistare un prodotto che contenga un numero sufficientemente elevato di batteri ancora vivi.

Numerosi sono gli studi scientifici che sottolineano gli effetti benefici dei probiotici su: sindrome dell’intestino irritabile, morbo di Crohn, colite ulcerosa, diarree di vario genere (soprattutto quelle derivanti da un eccesso di antibiotici), infezioni urinarie, allergie, malattie da raffreddamento e molto altro ancora.

Qualcuno si starà già chiedendo: “E non ci sono effetti collaterali o interazioni con alcuni farmaci?

Con grande piacere vi confesso che sono davvero ristretti i casi in cui i probiotici sono sconsigliati e cioè nel caso in cui si abbiamo le difese immunitarie fermenti lattici in gravidanza    particolarmente compromesse o quando si utilizzano anticoagulanti: per questi ultimi però il rischio rimane solo teorico.

In gravidanza e allattamento, invece, semaforo verde.

I fermenti lattici, insomma, sono davvero quello che serve per riprendersi dal disordine alimentare, e per prolungare la loro efficacia nel tempo è bene conservarli in frigorifero, al fresco, dove le alte temperature preservano le loro possibilità di sopravvivenza.



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