Ieri, 28 agosto 2013, sono stati resi noti altri due casi di infezione da virus West Nile, la così detta febbre del Nilo Occidentale, in Italia, precisamente a Treviso, nel Veneto.
Secondo quanto riportato dall’agenzia stampa Ansa, il Servizio di Microbiologia dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso avrebbe individuato i due casi, due persone prontamente ricoverate, in via del tutto cautelativa, presso il reparto di Malattie Infettive.
Una donna anziana che presentava una forte encefalite e un uomo, un 50enne, che avrebbe sviluppato una meningite a rapida soluzione, entrambi dichiarati fuori pericolo e che verranno dimessi dall’ospedale nella giornata odierna.
Il virus avrebbe quindi “sconfinato”, oltrepassando la regione dell’Emilia Romagna, la prima ad esser stata colpita dal virus.
Qui infatti sono stati registrati i primi casi di febbre da West Nile, 2 nella provincia di Modena e uno in quella del ferrarese, e dove, sin dal 2009, è in atto un sistema di sorveglianza delle malattie trasmesse da zanzare e pappataci.
Sarebbero infatti i primi suddetti insetti, le zanzare, i maggiori responsabili della trasmissione del virus, assieme agli uccelli migratori.
Ma cos’è la West Nile e come si riconosce?
Il virus si trasmette attraverso la puntura della zanzara “Culex pipiens”, una specie tra le più comuni, e solitamente colpisce gli uccelli, i cavalli e gli esseri umani. Gli ultimi due, a differenza dei volatili, vengono definiti come “ospiti terminali”, ossia una volta contagiati non possono più trasmettere il virus ad altri.
Ecco i sintomi che comporta il virus del West Nile:
- Nei casi più comuni sono: febbre leggera, vomito, mal di testa, tremori, tutti ricollegabili ad un “normale” stato influenzale che non necessita di allarmismi e per il quale è sufficiente un consulto presso il proprio medico di fiducia;
- Nei casi più gravi, che possono verificarsi su 1 persona su 150, sono: debolezza muscolare, febbre alta, problemi neurologici e forti cefalee;
- Nei casi rari, che possono verificarsi su 1 persona su mille, sono: encefalite letale o esiti permanenti.
Secondo quanto dichiarato dall’Azienda Usl e dall’azienda ospedaliera di Reggio, la prevenzione consiste “nell’evitare le punture di zanzara con la protezione personale dagli insetti soprattutto nelle ore serali e notturne” con i più classici metodi quali installazione di zanzariere a porte e finestre, l’uso di zampironi o insetticidi in forma liquida.
In caso ci si trovi all’aperto, è opportuno indossare indumenti chiari che coprano il più possibile il corpo evitando l’uso di “profumi, le creme e i dopobarba in quanto attraggono gli insetti”.