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Febbre del Nilo: Casi di Malattia in Italia, Ecco Dove

di Maria Corbisiero

29 Agosto 2013

febbre del nilo west nileIeri, 28 agosto 2013, sono stati resi noti altri due casi di infezione da virus West Nile, la così detta febbre del Nilo Occidentale, in Italia, precisamente a Treviso, nel Veneto.

Secondo quanto riportato dall’agenzia stampa Ansa, il Servizio di Microbiologia dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso avrebbe individuato i due casi, due persone prontamente ricoverate, in via del tutto cautelativa, presso il reparto di Malattie Infettive.

Una donna anziana che presentava una forte encefalite e un uomo, un 50enne, che avrebbe sviluppato una meningite a rapida soluzione, entrambi dichiarati fuori pericolo e che verranno dimessi dall’ospedale nella giornata odierna.

Il virus avrebbe quindi “sconfinato”, oltrepassando la regione dell’Emilia Romagna, la prima ad esser stata colpita dal virus.

Qui infatti sono stati registrati i primi casi di febbre da West Nile, 2 nella provincia di Modena e uno in quella del ferrarese, e dove, sin dal 2009, è in atto un sistema di sorveglianza delle malattie trasmesse da zanzare e pappataci.

Sarebbero infatti i primi suddetti insetti, le zanzare, i maggiori responsabili della trasmissione del virus, assieme agli uccelli migratori.

Ma cos’è la West Nile e come si riconosce?

Il virus si trasmette attraverso la puntura della zanzara “Culex pipiens”, una specie tra le più comuni, e solitamente colpisce gli uccelli, i cavalli e gli esseri umani. Gli ultimi due, a differenza dei volatili, vengono definiti come “ospiti terminali”, ossia una volta contagiati non possono più trasmettere il virus ad altri.

Ecco i sintomi che comporta il virus del West Nile:

  • Nei casi più comuni sono: febbre leggera, vomito, mal di testa, tremori, tutti ricollegabili ad un “normale” stato influenzale che non necessita di allarmismi e per il quale è sufficiente un consulto presso il proprio medico di fiducia;
  • Nei casi più gravi, che possono verificarsi su 1 persona su 150, sono: debolezza muscolare, febbre alta, problemi neurologici e forti cefalee;
  • Nei casi rari, che possono verificarsi su 1 persona su mille, sono: encefalite letale o esiti permanenti.

Secondo quanto dichiarato dall’Azienda Usl e dall’azienda ospedaliera di Reggio, la prevenzione consiste “nell’evitare le punture di zanzara con la protezione personale dagli insetti soprattutto nelle ore serali e notturne con i più classici metodi quali installazione di zanzariere a porte e finestre, l’uso di zampironi o insetticidi in forma liquida.

In caso ci si trovi all’aperto, è opportuno indossare indumenti chiari che coprano il più possibile il corpo evitando l’uso di profumi, le creme e i dopobarba in quanto attraggono gli insetti”.



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