Moltissime grandi scoperte scientifiche e tecnologiche sono state fatte casualmente. Dalla penicillina al velcro, ai post-it, al cellophane, molte invenzioni sono state semplicemente frutto dell’osservazione casuale della realtà, da una serie di eventi concatenati che hanno fatto sì che una mente particolarmente aperta, deduttiva e curiosa potesse leggere oltre e riuscisse a capire ed interpretare in maniera diversa gli eventi, tanto da poter creare qualcosa di nuovo e utile per l’umanità intera.
Jeorge Odon, un meccanico argentino, non pensava certo di poter rivoluzionare il mondo della ginecologia e dell’ostetricia con un nuovo strumento che sarebbe passato alla storia, quando, dopo le giornate passate tra olio e motori, si ritrovava al bar con alcuni amici a scherzare e chiacchierare.
Eppure, proprio da uno di questi incontri goliardici scaturisce un’idea innovativa, più precisamente da un vecchio rompicapo “da bar” che viene proposto al signor Odon. Un amico gli presenta una bottiglia di vetro vuota in cui inserisce un tappo di sughero che, pressato completamente, scivola all’interno della bottiglia. Il problema posto a Jorge è quello di far uscire il tappo senza, naturalmente, rompere la bottiglia.
Il trucco o, per meglio dire, la soluzione, sta nell’utilizzare un sacchetto di plastica da inserire all’interno del collo della bottiglia, si fa adagiare il tappo sul sacchetto e poi si gonfia emettendo aria nella bottiglia. Tirando con forza e attenzione si estrarrà il tappo con l’aiuto del sacchetto che farà da cuscino e veicolo stesso al tappo.
Odon ha un’idea brillante, si potrebbe dire geniale nella sua semplicità! Poche settimane prima Jorge aveva assistito con emozione alla nascita del suo primo nipote e questo evento crea in lui un’associazione con il rompicapo del tappo nella bottiglia: lo stesso trucco potrebbe essere usato per aiutare le donne nella fase del travaglio legata all’espulsione!
Sì, sembra fantascienza e anche fin troppo bizzarra ma quest’uomo che non ha nessuna cognizione scientifica ma è dotato di spirito di osservazione, buon senso e deduzione crea uno strumento (Odon device) che segna un’evoluzione sostanziale in campo ostetrico, come da decenni ormai non se ne avevano. Inizialmente viene un po’ schernito in famiglia e dagli amici ma poi, tenace, si rivolge ad un’ostetrica, amica di amici, che intuisce ed apprezza l’idea. Da lì è stato un continuo successo e appoggio da parte di medici e specialisti, uno dei quali lo aiuta a perfezionare l’apparecchio fino a costruirne un prototipo finale che è stato brevettato.
Odon ha iniziato a girare il mondo per dimostrare la sua invenzione, invitato da diverse comunità scientifiche che salutano con entusiasmo il suo strumento.
I medici dell’ospedale di Buenos Aires sono stati favorevoli fin da subito e lo si sperimenta in tutto il mondo, anche in Italia. L’Oms stessa sta finanziando e organizzando uno studio per analizzarne l’efficacia, la sicurezza e stendendo un protocollo di sperimentazione. Una vera favola tecnologica a tutto vantaggio del momento più bello e naturale ma potenzialmente più difficile di una donna: il parto.
Come funziona lo strumento di Odon e perché rappresenta un’innovazione incredibile?
L’apparecchio messo a punto da Jorge Odon può facilitare l’espulsione del bimbo soprattutto se si presentano difficoltà. Normalmente, per risolvere situazioni problematiche, si possono usare varie manovre o due strumenti principali che sono il forcipe o la ventosa. Il primo è quasi in disuso, visti i rischi anche alti dovuti al suo utilizzo e anche la ventosa non è esente da problemi e richiede un’alta manualità e capacità, oltre a costi e impossibilità ad usarla in alcune situazioni.
Lo strumento di Odon è composto da una guaina di plastica che ha le sembianze di un sacchettino che viene lubrificato e applicato intorno alla testa del bimbo nel canale del parto. La guaina viene gonfiata con una pompetta e, per il semplice meccanismo individuato da Odon, tirando con forza, la plastica gonfiata prende con sé il bimbo che viene portato all’esterno.
I vantaggi si possono riassumere così:
– bassissimi costi di produzione, pensiamo alla possibile diffusione anche in paesi molto poveri dove vi sono ancora altissimi rischi legati al parto.
– utilizzazione da parte di chiunque, anche senza particolare esperienza o addestramento.
– nessun effetto collaterale o condizioni necessarie per l’utilizzo.
– ridotta o annullata la possibilità di episiotomia, così come di altri danni al perineo.
– azzeramento dei problemi legati al canale vaginale, alla scarsità di spinte che vengono invece potenziate, uso indiscriminato del cesareo.
Grazie a questo strumento si potranno salvare molte vite. Un tributo all’ingegno umano che non finisce mai di stupirci.