La storia disegna i destini del mondo perché fonda l’esperienza umana e la mette a disposizione delle coscienze che animano e animeranno i Paesi del Mondo.
Ma la storia non è un istinto e nemmeno è un’attitudine, la storia è conoscenza e per conoscere si deve essere disposti a sapere. Il sapere, per parte sua, è un carattere dell’intelligenza e l’intelligenza è quella “qualità” umana che fa gli uomini diversi dalle bestie.
Sintetizzando chi non si interessa a conoscere le radici del mondo è sospeso sopra la sua terra come una bolla di sapone, leggero come l’ignoranza vuota di conoscenza e pronto perciò ad esplodere senza lasciare alcuna traccia di sé su quella terra a cui non è mai appartenuto.
La storia è partecipazione emotiva prima che fattiva, è studio, approfondimento e cultura. L’incolto è vuoto e banalmente è ignorante cioè non sa, non conosce, non capisce.
Il mondo è tristemente abitato dall’ignoranza.
La migliore strategia quotidiana contro coloro che decidono di vivere vuoti e incoscienti è non curarsi di loro lasciandoli soli nell’indifferenza affinché l’isolamento faccia da eco alle parole insensate … affinché nella solitudine i “discorsi” degli stolti restino inascoltati e senza risposta.
Tuttavia tal volta gli ignoranti si incontrano e “fanno branco”.
Molte sono le cose che si dicono di Facebook una su tutte è vera: il social più popoloso del mondo rappresenta la miniatura della realtà. Ed in questa realtà virtuale esistono anche consessi di scellerati radunati in piccoli o grandi branchi di ignoranti a volte persino razzisti.
Il razzismo, in modo particolare quello espresso contro i propri connazionali, è la più assurda, incomprensibile e scellerata aberrazione mentale a cui l’uomo ignorante, incolto e sterile possa spingersi.
La Nazione è quel consesso di persone che concorre al progresso, alla crescita e allo sviluppo economico, morale, scientifico e produttivo del Paese. Il rifiuto della coesistenza nazionale indica l’incapacità di essere cittadini, l’incapacità di essere civili e in genere l’incapacità di essere.
L’Italia, Nazione, Paese e Civiltà animata da cittadini operosi, ha appena vissuto una delle più drammatiche e dolorose tragedie della strada: l’ Incidente di Monteforte Irpino.
Mentre l’Italia piange i suoi morti, Facebook da spazio a sfoghi shock: frasi razziste sul social denigrano i morti del bus precipitato a Monteforte.
Un consesso di ignoranti radunato sulla pagina faceboock “Average Italian Guy” ha liberato insulti razzisti dal web scrivendo frasi irripetibili ma testimoniate dagli screenshot della pagina e reperibili con semplici ricerche su Google immagini.
La pagina è stata prontamente segnalata e chiusa, ma qualcuno ci sta riprovando proprio in queste ore a questi nuovi indirizzi: https://www.facebook.com/AIGCiriaco?ref=ts&fref=ts
https://www.facebook.com/averageguyitalyoriginal
L’immagine di copertina della bannata pagina Average Italian Guy è un fotogramma del celeberrimo capolavoro di Benigni “La vita è bella”, pellicola che certamente gli Average Italian Guy non hanno mai apprezzato … e apprezzare non significa guardare bensì vorrebbe dire capire.
Uno dei mali del mondo sta proprio nella mancanza di comprensione delle parole, intese come strumenti e non come oggetti.
Average Italian Guy si traduce come Ragazzo medio italiano, medio significa comune; la media dovrebbe rappresentare la tendenza di massa E potrebbe essere intesa come sinonimo di comunione. La pagina contava (come dimostra la foto) 65.862 mi piace … è una media alta di ignoranti … è una media drammatica di incoscienti … ed è una media sconcertante di alienati.
Il razzismo è un’alienazione e chi nutre odio razzista è un alienato che considera la proria esistenza in modo assoluto ed assolutista.
Segnalare pagine come questa è un dovere civile, è un dovere civile chiedere che Facebook tuteli l’etica del social nel rispetto di tutti gli utenti ed è un dovere civile portare tutti a conoscenza di sconcezze grandi come le frasi pronunciate su queste pagine.
Il cordoglio per i nostri connazionali oggi deve unirci, oltre che nel dolore, anche nella lotta a queste forme di razzismo.