Oggi ho intervistato la signora Maria D.
Maria è un’operatrice sanitaria che si occupa con passione di ragazzi diversamente abili da circa 15 anni.
Ogni giorno cerca di fare il suo lavoro al meglio e soprattutto di ascoltare questi ragazzi,perché anche loro ridono soffrono amano e vogliono essere amati e soprattutto sanno comunicare,basta solo essere disposti ad ascoltarli!
Di cosa ti occupi esattamente?
Di assistenza a persone diversamente abili:le accudisco lavandole,cambiandole e nutrendole,vigilo affinché non si facciano male,le accompagno al mare,al teatro o durante le visite organizzate,le intrattengo con attività varie a seconda delle loro naturali predisposizioni (cucito,pittura …) ma soprattutto le ascolto.
Come mai hai deciso di occuparti di bambini diversamente abili?
Nella mia vita ho fatto tanti lavori,poi grazie ad un caro amico,padre di un bambino autistico,ho fatto del volontariato in una struttura che si occupava di ragazzi diversamente abili,ho seguito dei corsi perché il mio desiderio più profondo era capirli ed entrare nel loro mondo e finalmente ho capito di aver trovato la mia strada.
Per i primi 6 mesi di occupazione sono stata addirittura combattuta se farmi pagare o meno perché mi dispiaceva percepire dei soldi per qualcosa che facevo col cuore.
E’ un lavoro duro?
Per me no.
Indubbiamente è un lavoro psicologicamente pesante,bisogna sempre essere vigili e far attenzione a come gli si parla o a quello che gli si dice,ripetere sempre le cose 2 volte con tono calmo per fa sì che capiscano bene,se in una classe sorgono dei problemi bisogna essere pronti a portare in un altro ambiente il ragazzo che si è agitato e a distrarlo per evitare che la situazione degeneri.
Ogni lavoro è duro,ma se ti piace veramente si supera qualunque ostacolo.
Ti piace?
Assolutamente sì!
Ognuno di loro va trattato singolarmente e non globalmente perché ogni stereotipia (non mi piace parlare di patologia,non li considero malati,ma persone che comunicano in modi differenti dal nostro) è diversa dall’altra. Ti fanno mettere in discussione facendoti chiedere cosa proveresti e come vorresti essere trattato se ti trovassi al loro posto.
Secondo te la gente come vive la disabilità?
Non credo che la viva bene,la malattia e la diversità non sono ben accette,le persone “normali” hanno paura di confrontarsi con i disabili e spesso non sanno nemmeno come comportarsi in loro presenza.
Secondo me si dovrebbero organizzare dei corsi per i genitori di questi bambini perché spesso sono loro i primi ad avere problemi a rapportarsi con i figli,se è difficile occuparsi di un bambino sano immaginate quanto può esserlo occuparsi di un bambino nato con problemi!
Pensi che la nostra società sia in grado di accogliere i disabili?
Indubbiamente le strutture ci provano,ma non sono ancora in grado di accoglierli veramente,ci sono ancora troppe barriere architettoniche e troppa paura perché non ci piace il confronto con chi è diverso da noi e quindi tendiamo ad emarginarli,del resto la cosa accade un po’ con tutte le persone che “cantano un po’ fuori dal coro”,con i malati,gli stranieri,gli anziani ……
Parlaci dei bambini che segui,vuoi raccontarci un aneddoto in particolare?
Per me sono tutti speciali,ma se proprio devo scegliere di chi parlarvi la mia preferenza va a Simona.
Simona è stata una delle prime bambine che ho seguito,è anche grazie a lei che amo questo lavoro e vi confesso che il suo trasferimento in un altro istituto mi ha colpito molto!Era una bambina cieca,muta e sorda. E’ nata così perché la mamma purtroppo ha avuto la rosolia mentre l’aspettava,ma lei riusciva lo stesso a farsi capire.
Ad esempio non mangiava se non conosceva l’assistente che si occupava di lei.
Ricordo che la prima volta che mi ha incontrata mi ha preso il braccio ed ha iniziato ad odorarmi,in un certo senso è stato come se ci fossimo presentate!
Una sua caratteristica era che,pur avendo freddo,andava in giro nuda. Se qualcuno la vestiva sbatteva la testa per terra o sul pavimento,così un giorno volli provare a capire il suo comportamento.
Misi alcuni dei suoi indumenti sul letto,lei buttò per terra i capi che non le interessavano e strinse a sé quelli che le piacevano e se provavo a toglierglieli dava le testate al muro.
I capi dello stesso tessuto,ma tinti di colore diverso hanno una diversa consistenza,lei sceglieva sempre quello più morbido.
Sotto quei corpi poco armoniosi ci sono delle anime pure,sono così diversi da noi,ma ti danno tanto e l’unica cosa che ti chiedono è di essere ascoltati.