La maternità è un dono ma è pure un sacrificio perché nella nascita del figlio la donna impegna tutta se stessa, il proprio corpo e la propria anima, a volte mettendo a rischio la vita. Chiara Corbella Petrillo, una mamma che ha deciso di morire per partorire suo figlio, ha anteposto la nascita del bambino che portava in grembo ad ogni cosa. Così, per dare a Francesco il tempo della nascita, ha posticipato la dura battaglia contro il suo “drago” (il tumore che lei chiamava, appunto, “il drago”) .
Normalmente, dopo la nascita di un figlio sano e quando anche la mamma si sia ben ripresa, la gioia della nuova vita supera ogni sacrificio, ogni sforzo ed ogni dolore. Viceversa, quando qualche cosa non va “secondo un felice piano di vita”, il dolore diventa un male irrefrenabile, una ferita e una minaccia e la magia della nuova vita resta velata dalla sofferenza.
Con riguardo a Chiara e a suo marito Enrico, però, le cose non sono state così ordinarie: la loro è una straordinaria declinazione della genitorialità che, nel trionfo della nascita e nel nome di una fede incrollabile, supera la morte e ogni ferita della vita. Quella che stiamo per raccontarvi è una storia di dolore ma anche un’esperienza d’amore, di fede e vita cristiana.
La morte consapevole di una mamma che ha deciso di morire per partorire suo figlio: la storia di Chiara Corbella Petrillo
Chiara è una donna, una mamma “morta consapevolmente” per dare la vita a suo figlio.
Per la maggior parte dei medici – scrive Chiara – Francesco era solo un feto di sette mesi. E quella che doveva essere salvata ero io. Ma io non avevo nessuna intenzione di mettere a rischio la vita di Francesco per delle statistiche per niente certe che mi volevano dimostrare che dovevo far nascere mio figlio prematuro per potermi operare
Chiara Corbella Petrillo aveva 28 anni quando si è spenta per un carcinoma partito dalla lingua e velocemente metastatizzato, un cancro che l’ha lentamente consumata. In prima istanza, il tumore era probabilmente curabile, si è manifestato come una lesione alla lingua, ma Chiara ha voluto dare se stessa e il proprio corpo alla morte posticipando le cure decisive per portare avanti la gravidanza.
La scoperta del “drago”: come Chiara si accorge che qualcosa non va mentre è incinta di Francesco
Francesco è un figlio arcobaleno, arriva dopo 2 fratelli volati in cielo appena dopo la nascita. Già prima della scoperta di questa terza gravidanza, Chiara si accorge di avere una lesione alla lingua che cura come un’afta. Ma intorno al 5° mese, ai medici a cui viene sottoposta basta poco a subodorare il pericolo più grande: un tumore.
Dopo la conferma arriva il momento delle scelte: il 16 marzo 2011 Chiara, incinta di 7 mesi, decide di poter affrontare solo la prima delle due fasi di un intervento di asportazione del carcinoma. La seconda fase, quella decisiva, coscientemente la rimanda: deve prima nascere Francesco, questa è la sua volontà di madre.
Chiara ha deciso di rimandare tutte le cure invasive e che avrebbero potuto ledere la salute del bambino e la gestazione; sceglie di affidarsi ai medici che le danno più tempo perché non vuole esporre suo figlio a una nascita pretermine; attende oltre il possibile e mette al mondo un bimbo sano: Francesco Petrillo nasce il 30 maggio 2011.
La seconda fase dell’intervento alla lingua ha luogo pochi giorni dopo; mamma Chiara prosegue lo stesso ricovero del parto per affrontare di nuovo “il drago” e tornando a casa porta con sé chemioterapia e radioterapia, ma questo non basta.
Il tumore si estende presto nel resto del corpo: linfonodi, polmoni, fegato e persino l’occhio destro. L’occhio bendato oggi iconizza questa mamma che ha deciso di morire per far nascere il figlio, questa donna dal “profumo di santità”. Infatti, l’occhio che Chiara copre con una benda per limitare le difficoltà visive si fa ancora notare nelle foto che ci restano di lei.
La benda sull’occhio rappresenta un percorso di dolore a cui Chiara, però, contrappone sempre il sorriso.
2 bambini angeli nelle braccia di Dio e poi Francesco: la scelta di Chiara
Chiara, prima di Francesco, era già stata mamma, aveva partorito prima Maria Grazia Letizia nel 2009 e poi Davide Giovanni, nel giugno 2010. I suoi bambini, però, erano nati già col destino alla vita eterna e non a quella terrena, a causa delle gravi malformazioni da cui erano afflitti, entrambi sono morti poco dopo il parto.
La bambina, concepita durante il viaggio di nozze di Chiara ed Enrico, era affetta da una malformazione cefalica scoperta già durante la Gravidanza. Malgrado l’infausta diagnosi i genitori hanno voluto portare Maria Grazia Letizia alla luce e rimetterla nelle mani di Dio dopo il loro abbraccio e dopo il sacramento del battesimo.
Senza che le patologie dei fratelli fossero geneticamente collegate, Davide Giovanni, il maschietto nasce privo degli arti inferiori e con una grave incompatibilità fisica alla vita che lo favolare in cielo dopo la nascita. Anche la sua condizione si palesa in utero e ancora una volta i genitori portano a termine la gestazione e amano oltre una morte annunciata.
Il desiderio di essere mamma, la scelta di dare la propria vita
Quando Chiara scopre di essere nuovamente incinta il suo unico scopo è garantire alla creatura che porta in grembo di venire alla luce, Francesco era sano e doveva nascere! E Chiara lo ha fatto nascere straordinariamente al prezzo della sua stessa vita.
Chiara saliva alla Casa del Padre il 13 giugno 2012, dopo una dura lotta contro la malattia. A suo modo, Chiara quella lotta feroce contro il tumore l’ha vinta, ha sconfitto la morte dando alla luce Francesco, suo figlio, sano e amato… anzi, sano ed emblema della potenza dell’amore materno.
Chiara è testimone contemporanea di una maternità santa: la sua storia dimostra che una mamma può morire per il bene di suo figlio. Il 21 Settembre 2018, considerata l’imponta di fede che ha lasciato nel popolo di Dio, è stato avviato per lei il rito di apertura della causa di beatificazione.
Non ha potuto condividere una lunga vita con il suo bambino. Ma oggi Francesco, figlio dell’amore e della tenacia di una mamma fiera e coraggiosissima, testimonia la grandezza dell’animo umano. Francesco attesta che la corruzione è solo una delle due facce del mondo perché l’altra faccia, quella buona e sana, è pervasa dall’amore.
Qualcuno auspica un crisma di santità per questa mamma che ha dato la vita per partorire il suo bambino.
Certamente Chiara è un esempio, una storia da cui imparare a vivere e quello che ha lasciato è un “messaggio d’amore” assolutamente da condividere. Ricordiamo Chiara riportando uno stralcio di una sua lettera al figlio:
“Carissimo Francesco, sei stato un dono grande per la nostra vita. Posso solo dirti che noi nasciamo per amore, viviamo per amare e moriremo per conoscere l’amore vero di Dio. Scopo della nostra vita è amare”.