Il nascituro nella pancia della mamma forma il proprio corpo e a mano a mano che cresce affina la sua sensibilità, in questo senso la gestazione sviluppa non solo l’aspetto fisico del bambino ma anche quello emotivo.
Il piccolo che custodisci nella tua pancia è un cucciolo d’uomo che sin dalle primissime settimane di vita avverte le sensazioni che lo raggiungono dall’esterno.
È in questo senso che la madre ed il suo corpo si possono definire come lo strumento che veicola le sensazioni verso il bambino.
A poche settimane di vita il bimbo percepisce il suono del cuore materno, questo orologio ritmato segnerà il tempo che conduce il feto verso la vita extrauterina. Non è un caso che subito dopo la nascita del bimbo le ostetriche (in assenza di problemi o condizioni patologiche che pretendono interventi medici o stretti monitoraggi del bebè) stendano il piccolo sul petto della mamma.
Udendo il cuore della neo mamma il bambino ritrova il suono che più gli è familiare, che lo ha accompagnato sin dal concepimento e mosso dall’istinto, consolato dal profumo materno, il piccoli probabilmente cercherà anche il seno.
Se si considera la madre come un tramite di emozioni ed un veicolo di sensazioni portate dal mondo esterno a quello intrauterino, si capisce subito anche perché sia così importante accarezzare e coccolare la pancia.
Il tuo bambino percepisce la carezza che gli fai toccandoti la pancia già ad appena 7 settimane.
Bastano solo 7 settimane perché il bambino benefici e distingua il tocco leggero fatto sulla pancia come una coccola. Quando la mamma si accarezza la pancia (o quando lo fa il papà) da un punto di vista fisico e materiale si realizza un vero e proprio spostamento di liquido amniotico il cui risultato è un’onda che si riverbera dolce sul corpo del piccolo; da un punto di vista emozionale la mamma entra in contatto col piccolo, si rilassa e stabilisce un rapporto di scambio emozionale con la sua creatura.
Le donne incinta dovrebbero concedersi ogni giorno un piccolo spazio di tempo per rilassarsi e “coccolare” la propria pancia, accarezzarla e parlare col bambino che sta per nascere.