Grazie ad un referendum, dal novembre del 2012, è stata data via libera all’utilizzo della marijuana nello stato del Colorado e nello stato di Washington negli Stati Uniti, dando il via ad un colossale business che vede diventare questi stati dei paradisi della droga leggera, paragonabili sostanzialmente all’Olanda europea.
La svolta pro legalizzazione è sempre più evidente in Nord America e sono infatti ben 18 gli Stati dove la marijuana è già permessa per uso medico e altri dieci si stanno muovendo nella stessa direzione.
Il fenomeno è confermato da un sondaggio del Pew Research Center, secondo cui il 52% degli americani è favorevole all’eliminazione del divieto, mentre il 45% è contrario.
Sta di fatto che a fronte di questa liberalizzazione, sta la difficoltà a gestire il mercato e ad imporre comunque dei limiti giuridici che possano tutelare la salute, non tanto di chi ne fa consapevolmente uso, ma di chi indirettamente potrebbe subire danni da questa libera circolazione.
Già da tempo, dall’ottobre 2009, negli stessi stati la droga leggera era liberalizzata per uso terapeutico e questo aveva già fatto aumentare i casi di intossicazione nei bambini.
Legalizzando la marijuana in Colorado, gli effetti in tal senso, benché involontari ed indesiderati, si sono moltiplicati.
Dozzine di bambini sono stati involontariamente intossicati dalla droga e il fenomeno potrebbe crescere. Più della metà hanno assunto la droga mangiando dei biscotti, bibite o caramelle a base di marijuana. In molti casi la marijuana veniva direttamente dalle scorte fatte dai nonni, a cui innocentemente i bambini potevano attingere!
“C’è un aumento esponenziale del rischio di assunzione di marijuana in età pediatrica e i bambini manifestano sintomi ben più gravi e seri degli adulti.” – così dichiara il ricercatore Dott. George Sam Wang, tossicologo presso il Centro antiveleni e antidroga Rocky Mountain presso Denver.
Oltretutto i medici non sono preparati nell’affrontare situazioni di emergenza da ingestione di marijuana nei bambini in età pediatrica e spesso i sintomi possono essere confusi con altre patologie e può occorrere diverso tempo prezioso e diverse analisi prima di accorgersi della reale causa se non sono i genitori i primi ad ipotizzarla e spesso non lo fanno per paura o perché realmente non pensano possa essere possibile.
I sintomi dell’avvelenamento da marijuana includono forte sonnolenza e problemi di equilibrio nel camminare ma, spesso, possono essere banalmente confusi con uno stato influenzale o altro.
“Questi problemi non erano mai avvenuti prima del boom del business della marijuana a seguito della legalizzazione.” – sostiene il dott. Wang.
Il principio chimico attivo nella marijuana, il tetraidrocannabinolo, si trova in concentrazioni anche più alte del normale nella marijuana per uso medico che spesso è venduta in prodotti da forno, bibite e caramelle, dunque prodotti che attirano maggiormente il bambino inconsapevole. Questi dati sono stati pubblicati online dai ricercatori il 27 maggio scorso nella rivista JAMA Pediatria.
“ I sintomi sono molto gravi proprio perché in determinati prodotti la concentrazione è molto elevata e lo è ancora di più, in proporzione, se ingerita da bambini piccoli – continua il dott. Wang – In questi casi, come per altri tipi di avvelenamento simili, non possiamo fare altro che supportare il bambino con delle cure aspettando che gli effetti diminuiscano e l’organismo elimini completamente la sostanza. Per fortuna, nella maggioranza dei casi, i bambini si riprendono abbastanza velocemente e necessitano soltanto di un giorno o due in ospedale, raramente hanno effetti collaterali duraturi o irreversibili.”
Questi dati si riferiscono all’ospedale di Denver e Wang dice di non sapere esattamente quanto possa essere esteso il problema in altre parti dello stato, dunque c’è da ipotizzare anche uno scenario peggiore.
I cittadini adulti del Colorado possono detenere fino a circa 30 grammi di marijuana o sei piante della stessa e nella sola città di Denver sono stati aperti 300 punti vendita, dispensari farmaceutici, con licenza di vendere marijuana per uso terapeutico, già a partire dal 2010.
Dopo la depenalizzazione completa, molti più bambini sono stati ricoverati per ingestione accidentale, la maggior parte sono ragazzi ma c’è stato anche il caso di un bambino di otto mesi. Alcuni per ingestione di marijuana sotto forma di medicina, altri per aver consumato cibi che la contenevano, finendo poi in terapia intensiva.
Questo non era mai successo prima.
E’ anche possibile che ci siano stati più casi non riportati e non medicalizzati per paura di ritorsioni nei confronti della famiglia.
Per prevenire queste ingestioni accidentali, il dottor Wang, raccomanda di utilizzare nei confronti della marijuana le stesse precauzioni che si utilizzano con qualsiasi altra medicina o droga e tenerla al di fuori della portata dei bambini, soprattutto se camuffata da dolci o altre cose che potrebbero maggiormente tentare, inconsapevolmente, i bambini.
Alcuni esperti si stanno battendo per fare in modo che tutti i prodotti che contengono marijuana siano messi in confezione a prova di bambino.
Certo è che la cosa più importante è tutelare al massimo i bambini e che la libertà di scelta degli adulti non si ripercuota sulla salute dei più piccoli e indifesi che a noi spetta di salvaguardare.
Tratto da: www.babycenter.com