Al momento del parto, ovvero quando nasce un bambino, la vita del neonato e la sua buona salute dipendono prevalentemente dalla “natura” del corpo femminile: il nascituro è vivo e sano grazie alla fisiologica capacità che il ventre materno ha di nutrire il cucciolo d’uomo e di crescerlo dentro di sé.
Dalla nascita in poi il nutrimento, la crescita e la salute del bambino possono non smettere di dipendere dal corpo materno perché allattando la mamma prosegue il percorso di “costruzione” del figlio incominciato nel ventre. Le mamme che hanno la fortuna e l’opportunità di allattare continuano a mettere il loro corpo a disposizione del figlio garantendogli non solo una risorsa nutritiva naturale e incontaminata ma permettendo al neonato di arricchire il proprio corredo di anticorpi.
- Una delle prime caratteristiche del latte materno è l’alta concentrazione di batteri che trasmessi al bambini concorrono a fortificarene le difese immunitarie rafforzando quindi le capacità di autodifesa dell’organismo.
– Recentemente i ricercatori spagnoli della Spanish Foundation for Science and Technology hanno concluso un’approfondita ricerca sul latte materno, per la prima volta sono stati “schedati” tutti i microbi presenti nel colostro, ovvero il primo latte, e nel latte materno prodotto dal seno femminile dal principio dell’allattamento fino al sesto mese. La ricerca, pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition, ha rivelato che il latte materno cela oltre 700 specie di batteri diversi.
La pediatria contemporanea ammette pacificamente che la ricchezza microbica del latte materno sia determinante nella formazione del corredo di anticorpi del bambino ma anche nel perfezionamento della flora batterica intestinale e che nei neonati abbia un’incidenza fondamentale pure sulla digestione, infatti la digeribilità del latte materno sarebbe assai più alta della digeribilità di qualunque latte in formula.
- Ogni mamma durante la gravidanza, in procinto di partorire o subito dopo il lieto evento si è certamente posta e sempre si porrà delle domande sulla qualità del suo latte. Esistono dei modi per massimizzare il valore nutritivo del latte?
Sì; stando alle risultanze dello studio concluso dai ricercatori spagnoli della Spanish Foundation for Science and Technology il latte “migliore” (ovvero più ricco di batteri buoni e proficui per il bambino) sarebbe quello delle mamme normopeso e delle donne che non abbiano partorito con un taglio cesareo programmato.
Il peso corporeo della mamma inciderebbe sul latte:
gli scienziati della Spanish Foundation for Science and Technology avrebbero registrato livelli più bassi di diversità batterica nelle donne in sovrappeso ed in quelle che hanno accumulato troppi chili durante la gravidanza.
Il tipo di parto influenzerebbe la qualità del latte:
i ricercatori spagnoli ritengono che lo stress del travaglio riesca ad influenzare positivamente la composizione batterica del latte materno rendendolo così più ricco (la ricchezza è qui considerata o da un punto di vista squisitamente batterico).
In conclusione, per ottimizzare il latte materno e volendo seguire queste considerazioni scientifiche, le neo mamme dovrebbero evitare eccessi alimentari durante la gestazione, possibilmente controllare il peso nella fase di pianificazione della gravidanza ed evitare cesarei programmati favorendo, laddove è possibile non comporti rischi, il più naturale travaglio.
Lo studio appena illustrato ragiona sulle potenzialità del latte materno e si propone di individuarne e massimizzarne i punti di forza. È sempre proficuo ribadire che, indipendentemente dal peso corporeo della mamma e dalle modalità del parto, l’allattamento al seno è il miglior modo che una donna abbia per nutrire suo figlio.
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