Nonostante siano in molti, tra medici, specialisti e ricercatori del settore, a sostenere che l’allattamento al seno arrechi diversi benefici sia alla madre che al bambino, gli ultimi dati del rapporto della Convenzione sui diritti dell’infanzia e l’adolescenza, raccolti nel nostro Paese nel 2012 e resi noti oggi, testimoniano che soltanto il 5% delle mamme italiane allattano in maniera esclusiva il proprio figlio fino al sesto mese di vita.
“Allattare al seno più a lungo, anche in maniera non esclusiva, porta grandi benefici alle madri, riducendo il rischio di tumore della mammella, ovaio e anche dell’osteoporosi” è quanto dichiarato dal presidente del tavolo tecnico per la promozione dell’allattamento al seno del ministero della Salute Giuseppe Davanzo, una raccomandazione che viene fornita anche dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che, come è ben noto, cosiglia l’allattamento al seno in modo esclusivo fino ai sei mesi di vita del bambino.
Ma purtroppo non sempre tale suggerimento viene ascoltato e seguito, un’occasione che molti pediatri hanno voluto definire “persa”.
Durante il congresso della Società italiana di pediatria, gli esperti hanno messo in evidenza due risultati sostanziali, ossia che il 90% delle madri inizia l’allattamento al seno in ospedale ma solo il 30% di queste lo adotta in modo esclusivo una volta dimesse.
Eppure i dati parlano chiaro: una buona percentuale dei bambini che vengono allattati al seno durante i primi sei mesi presentano meno infezioni intestinali dei bambini che, nello stesso lasso di tempo, hanno ricevuto un’alimentazione mista, senza presentare alcun deficit di crescita.
Giovanni Corsello, presidente della Sip, ha dichiarato:
“Le mamme vanno sostenute anche quando tornano a casa dall’ospedale. La crisi economica dovrebbe stimolare l’allattamento al seno, dato che non comporta alcun costo aggiuntivo, solo che molte donne sono costrette a rientrare al lavoro prima dei 6 mesi di età del bambino a causa di contratti di lavoro atipici che non prevedono adeguate tutele nel periodo della maternità, e mancano nidi aziendali che consentano alle madri di allattare mentre sono al lavoro”.