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Dopo il parto: tornare a casa propria o andare dalla mamma?

di Alessandra Albanese

24 Aprile 2013

I tabloid inglesi in questi giorni danno risalto alla notizia di Kate che andrà a stare da mamma per le settimane successive al parto.

Senz’altro in Gran Bretagna la crisi economica si sentirà meno, visto che le prime pagine dei giornali sono occupati a dare la notizia di Kate. Ma per le future mamme, le neomamme, o le future neononne questo argomento potrebbe davvero essere più interessante della crisi stessa.

La gravidanza generalmente è uno dei temi nel quale tutti e tutte si profondono in consigli e suggerimenti. Ognuno instilla pillole di saggezza, chiunque SA, cosa sia meglio per la mamma e il nascituro.

Sull’argomento che ha sollevato Kate, e le riviste inglesi a seguire, però i suggerimenti per sciogliere il dubbio sono e saranno soltanto due: andare da mammà o restare a casa propria dopo la nascita del bimbo?

Chi è mamma sa che le attenzioni che una donna riceve nella sua intera vita non eguaglieranno mai e poi mai quelle “riscosse” nei nove mesi della gravidanza.

Una donna incinta è più accontentata del sultano del Brunei, più coccolata dell’orsetto dell’ammorbidente. Poi, come per magia, il giorno dopo il parto, quasi più nessuno si ricorda il suo nome, come in un transfer psichico tutte le cure e gli interessi vengono traslati alla creatura.

E noi mamme ci sentiamo svuotate, anche e non solo fisicamente, e il meglio deve ancora arrivare.

E allora, quando nasce questo bimbo, la “strategia Kate” potrebbe servire?

Sarà una buona idea stare un po’ con la nonna e godersi le comodità di un aiuto, o sarebbe meglio rifugiarsi soltanto con il compagno ed il neonato nel proprio nido?

La ricetta buona per tutte non esiste. Le variabili sono tali e tante che ogni caso è un universo a se stante.

Bisogna considerare pro e contro delle soluzioni. Proviamo ad elencarli

ANDARE DA MAMMA

Non c’è dubbio che se si ha una nonna “volontaria”, che offre ospitalità alla neomamma potrebbe anche risultare comodo.

Sarebbe un modo per dedicarsi esclusivamente al proprio figlio. Avere un aiuto in casa quando si ha appena partorito in certi casi può essere determinante. Se il proprio figlio comincia poi con lo “scambiare la notte col giorno” e decide che anche se in Italia vuole andare a dormire col jet Lag come se fosse in Giappone, una nonna che ti prepari il pranzo, che si faccia carico di casa, bucato e spesa potrebbe evitare perfino la depressione post partum.

Probabilmente anche il rapporto madre-figlio ne godrebbe, la mamma potrebbe recuperare le forze più in fretta e il figlio potrebbe consolarsi sempre più facilmente.

Se poi le mamme sono anche lavoratrici, la nonna potrebbe anche essere d’aiuto per riprendere i ritmi professionali più speditamente, anche il senso di colpa quando si torna al lavoro, sapendo il figlio con la nonna, potrebbe diminuire.

La nonna poi potrebbe rivelarsi fonte di esperienze e di competenze, potrebbe anche solo e soltanto far sentire la sua presenza per far compagnia, cosa che per una neomamma alle prese con un fagottino appena nato potrebbe avere un peso fondamentale.

E poi, se non si chiede aiuto alla mamma, a chi domandarlo?

I contro di una condizione simile però sono in agguato, e spesso soverchiano i benefici che chiunque potrebbe trarre dall’avere un aiuto costante in casa.

Spesso infatti le nonne si sentono “due volte mamma”, mentre non è esattamente così: si è madri solo dei propri figli, un figlio non avrà mai due mamme.

A volte dunque un consiglio può non essere necessario, anzi, lo è maggiorente il silenzio.

Tema fondamentale è poi il papà.

Il padre del piccolo, nel momento in cui la mamma si rintana nella casa che era sua una volta, potrebbe sentirsi escluso da questa dinamica. Se poi il papà è di quelli “moderni” che riescono anche ad assistere mamme e figli, la presenza della suocera potrebbe davvero essere troppo ingombrante.

Il padre potrebbe sentirsi violato nell’intimità se tra lui e la famiglia appena formata ci fossero ingerenze, seppur a fin di bene.

E non sottovalutiamo anche il fattore gelosia! Sai quante volte poi, vedendo il proprio figlio sorridere più alla nonna che alla mamma o al papà si viene colti da raptus….

Proviamo invece ad analizzare lo “STAR DA SOLI A CASA”.

Il tempo a disposizione per se e per instaurare un rapporto madre-figlio sarebbe senz’altro inferiore, ma probabilmente esclusivo.

Una mamma 24 ore su 24 a contatto solo e soltanto con il figlio e con il neopapà potrebbe non volere neanche una casa in ordine, ma potrebbe godere del nuovo status e vivere serenamente questo primo periodo della propria maternità.

Quanto al saper fare, ormai la conoscenza è a portata di tutti, “Manuali per mamme perfette” ne sono stati scritti a iosa, e i forum per le mamme sono talmente accurati e pertinenti che anche i consigli della nonna potrebbero andare in cantina (provate a consultarne uno a caso!).

E poi, anche se si legge o si sentono milioni di consigli nessuno come una madre potrà mai interpretare meglio i sentimenti, le sensazioni, le necessità dei propri figli, per lo meno quando sono così piccoli.

Altra considerazione da fare nella scelta se restare a casa o andare da mamma è lo spazio.

Indispensabile lo spazio fisico: avere una casa, una stanza da letto, un bagno non condiviso da altri se non dalla propria famiglia, in periodi così “caotici” della propria vita come quello post parto, anche questo può determinare serenità e tranquillità opposti a nervosismi, ansie e tensioni.

Vale anche il fatto che aspettare il neo papà nella propria abitazione, magari agghindate giusto un attimo prima di aprire la porta, dopo essere state tutto il giorno in pigiama e con la casa sotto sopra, può ripagare della solitudine e delle fatiche di non avere avuto nessuno per tutto il resto del tempo.

Insomma, che sia a casa da mamma, o nel proprio focolare domestico, dopo il parto considerate sempre il vostro temperamento e le abitudini:

se siete incerte e avete bisogno di una mano ben venga mammà, ma se siete organizzate e magari anche un poco determinate, lasciate che siano i padri, ogni tanto di notte a cullare il piccolino.



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