<<Mio figlio dice le bugie,come devo comportarmi?>>
Le bugie non sono tutte uguali, alcune fantasiose invenzioni del bambino fanno parte del normale percorso di sviluppo ed elaborazione della realtà che ogni piccino compie crescendo.
L’età anagrafica del bambino é un dato importante per identificare, qualificare e valutare una bugia: le bugie vere e proprie entrano a far parte dei costumi negativi del bambino non prima dei 6 anni.
Fino a 5/6 anni i bimbi non sono capaci di distinguere tra fantasia e realtà e perciò le immaginazioni dei bambini molto piccoli, più che bugie, sono espressioni del pensiero fantastico. In questo senso i bambini piccoli non mentono ma esprimono la loro considerazione ed interpretazione della realtà e del mondo e il racconto fantasioso diviene il mezzo di mediazione tra immaginazione e realtà. In quest’ottica il termine bugia non é appropriato e non rappresenta le intenzioni che animano il bambino piccolo o piccolissimo. Il genitore ha il compito di decodificare le fantasie del piccino, una volta compresi i dubbi ed i messaggi dei figli mamma e papà debbono e possono provare a risolverli offrendo spiegazioni razionali ma semplici.
Dopo i 6 anni il bambino comprende il senso opportunistico delle bugie ed incomincia ad adoperarle in modo appropriato mentendo con lo scopo di ottenere un’utilità o un profitto.
Il bambino che adopera la bugia non lo fa a cuor leggero, se viene costantemente educato alla sincerità ed alla fiducia, il piccolo avverte il rimorso della menzogna e in qualche modo lo manifesta, a volte lo manifesta persino negando di aver mentito, altere volte si auto convince di essere nel giusto e di star raccontando una verità che però di fatto non è mai esistita né avvenuta.
Attenzione, queste forme di “accanimento” non fotografano dei piccoli pinocchi incorreggibili e reticenti ma dei bambini in bilico tra verità e negazione, sincerità e opposizione.
Il primo compito del genitore è quello di prevenire la bugia avendo cura di istruire il figlio alla verità.
- Come si fa a presentare la verità come la buona alternativa alle cattive menzogne?
Intanto è consigliabile indurre il bambino al dialogo col genitore che non sempre deve essere colui che punisce e ordina ma deve divenire la figura di riferimento, il consigliere e il supporto affettivo del bambino.
Può accadere che il bambino menta perché, conscio di un proprio errore, teme di essere punito. La bugia diviene il tentativo di sfuggire all’ira del genitore e ciò accade quando il timore della punizione è grande e “paralizzante”.
In questo senso non tutti gli errori vanno puniti, nessuno sbaglio va semplicemente sanzionato ed è sempre sconsigliabile utilizzare le punizioni corporali.
Le parole possono essere più incisive, mortificanti e utili di uno schiaffo; del resto mentre le parole uniscono le azioni violente certamente dividono!
Inoltre anche quello che il genitore definisce un “piccolo” schiaffo per il bambino può essere un gesto di intollerabile disprezzo, di rifiuto insostenibile e di opposizione insanabile ed inaccettabile. Ricordiamo sempre che il bambino è una mente in divenire e vuole comprendere e inquadrare i fatti del mondo, vuole capire e fare esperienza.
Le favole sono un ottimo stimolo per il bambino, sovente propongono positivi esempi e avvalorano modelli educativi chiari e felici.
Parlare, raccontare e portare al bambino testimonianze pratiche o vissute sono le armi dell’educazione. Il dialogo è un canale privilegiato e fondamentale che nessun genitore può mai trascurare.
Va sottolineata la natura della morale:
la morale non è un istinto né rappresenta un ideale innato, la lealtà, la moralità e la correttezza dipendono sempre e solo dall’educazione.
È possibile che il bambino manifesti una particolare attitudine alle bugie perché mentendo prova ad attirare su di sé l’attenzione degli adulti. Un figlio “trascurato” può diventare aggressivo, petulante, capriccioso e persino bugiardo, tutto pur di divenire “visibile” e di essere osservato dal genitore.
Le menzogne narrate dai bambini per solitudine non sono sempre novelle positive, in questo senso il bimbo che si vuole far notare può arrivare anche a favoleggiare su accadimenti negativi raccontando per esempio di essersi azzuffato col compagno di scuola o di aver risposto male ad un maestro. Lo scopo di questi bambini non è brillare, apparire migliori o più belli, l’obiettivo ultimo è semplicemente farsi notare dai genitori …
… è il caso di usare una celebre massima: per il bambino che voglia attirare l’attenzione dei genitori distratti “il fine giustifica i mezzi”.
I bambini molto insicuri, quelli timidi, i piccoli con difficoltà relazionali o poco empatici possono mentire per farsi accettare dagli amici o per sentirsi meglio integrati in un gruppo o una comitiva.
Questi sono i bambini che sfruttano la bugia per sentirsi più forti. A questi piccoli inventori, oltre ai modelli ideali, vanno proposte attività interessanti, storie che il bambino possa effettivamente vivere prima di raccontare. Al contempo va potenziata l’autostima e la forza dei piccoli “insicuri”.
Uno strumento positivo e efficace di potenziamento dell’autostima è lo sport.
Grazie alla pratica sportiva il bambino indaga se stesso, supera i propri limiti, si confronta con i suoi pari e cresce. Inoltre lo sport è una perenne scoperta, sui campi sportivi, nelle piscine, nelle palestre o a cavallo di una bici si vivono avventure impareggiabili ed emozionanti.
Le più banali e ricorrenti bugie occasionali sono invece animate da semplice vergogna. Spesso i bambini fanno qualche marachella per distrazione, dimenticanza, superficialità, approssimazione o inesperienza capita che commettano questa o quella imprudenza. Quando la vergogna li opprime accade che mentano.
Una volta mia figlia è arrivata in bagno troppo tardi, i suoi vestitini testimoniavano una prova di resistenza fallita. Non volendo ammettere l’errore la piccola ha tentato di fare il bucato nel bidè. Prontamente scoperta non è stata rimproverata, non ne valeva la pena! È stata accompagnata verso una serena confessione della verità e le abbiamo fatto notare che per quanto spiacevole l’accadimento non era che un incidente che può capitare e dinnanzi al quale non vale la pena mentire.
È fondamentale che i genitori siano d’esempio per i bambini, è importante che ogni adulto viva secondo verità, lealtà e correttezza e che mamma e papà per primi non raccontino mai bugie.
È altresì consigliabile non premiare mai la bugia, in questo senso sono sconvenienti e non educative frasi tipo: <<Hai detto una bugia ma questa storia è così ben raccontata che mi hai fatto tanto ridere>> o peggio <<So che stai mentendo mai sei stato così tanto fantasioso da meritare un gelato>>.
La bugia deve essere percepita dal bambino come un errore non scusabile ed è quindi sempre sbagliato dare al bambino la percezione che la menzogna gli abbia arrecato un qualsivoglia vantaggio.
Ispirare un bambino alla verità significa anche educarlo alla manifestazione dei suoi desideri, delle sue ambizioni e delle sue speranze. La parola, il dialogo e il confronto tra genitore e figlio restano i segreti della migliore educazione e le chiavi della lealtà familiare e umana.