A chiunque è capitato, prima o poi, prendendo l’aereo, di trovarsi a condividere il viaggio con uno o più bambini sbraitanti, urlanti, in preda a crisi isteriche, con altrettanti genitori alle prese con una situazione difficilmente risolvibile.
Davvero, in quei momenti, ci sembrerebbe di essere pronti a fare di tutto, anche quando magari è toccato a noi come genitori affrontare queste imbarazzanti e snervanti scene.
Ebbene, qualcuno sembra abbia trovato una soluzione seppur drastica e discutibile.
Pochi giorni fa una mamma ha candidamente ammesso, in un articolo scritto per un giornale inglese, di aver usato dei calmanti per sedare sua figlia durante un lungo viaggio sull’Atlantico.
“Oramai la situazione era insostenibile- ci racconta – non sapevo più cosa fare dopo essere andata in bagno più volte, aver sgranocchiato salatini cercando di far finta di nulla, mi sentivo presa in ostaggio da mia figlia che urlava inconsolabile e lo stesso era per gli altri 300 passeggeri della classe economy. Sembrava che tutti mi guardassero con uno sguardo tra il compassionevole e il severo, come a rimproverarmi del fatto che non facevo nulla per farla stare zitta e buona, mi sentivo davvero una madre incapace. Improvvisamente mi è venuta un’illuminazione, rovistando nella mia borsetta, alla ricerca di qualsiasi cosa potesse aiutarmi, ho trovato la boccetta del calmante ed è stata l’unica cosa che mi ha fatto desistere dal buttarmi giù dall’aereo. Un cucchiaino di questa medicina è stato sufficiente per mettere k.o. Flo che ha dormito per ore, pacifica. E’ stato qualcosa che ha potuto regalare a tutti qualche ora di pace e la possibilità di cenare senza che tutto venisse versato per terra.
Chi avrebbe immaginato che, per molte persone, questa semplice decisione di sedare mia figlia significasse un abuso della mia patria potestà, del mio potere genitoriale? Per molte altre mamme, ne sono sicura, è stato solo il buon senso a portarmi a questa decisione.”
In realtà, la discussione a tal proposito è di lunga data, i forum su internet sono sommersi da domande sull’argomento. Ci si chiede se soprattutto per i voli a lungo raggio sia ammissibile tranquillizzare i bambini con dei sedativi, molti genitori lo auspicano proprio per poter viaggiare indisturbati verso mete di vacanza e godersi fin da subito il meritato relax.
Spesso le mete per le agognate vacanze sono lontane e presuppongono un lungo volo aereo.
Il dibattito se permettere o no ai bambini, e ai relativi genitori, questo “aiutino” è annoso e, a volte rischia di divenire ancor più animato che quello sui pro e contro sull’uso del ciuccio.
L’opinione dei genitori è divisa, alcuni vedono questa soluzione come un vero e proprio abuso, sollevando critiche anche aspre e pesanti, altri invece sostengono che spesso è l’unica soluzione e che in fondo non c’è nulla di male.
In genere si usano farmaci da banco che si hanno già a casa, come quelli che generalmente vengono somministrati per attenuare la cinetosi (mal d’auto) o alcuni disturbi derivati dalle allergie, dunque sono preparati a base di antistaminici, prometazina, che diventano delle vere arme segrete in questi frangenti.
Naturalmente i genitori contrari a questa pratica si scagliano contro dicendo che è davvero un metodo insensato e che darà ai bambini forme di dipendenza ed effetti collaterali, i più agguerriti sostengono che dei genitori che si vogliano definire tali non lo farebbero mai e che se non sono in grado di provvedere altrimenti, forse è meglio che se ne stiano a casa.
Questa pratica potrebbe poi diventare una prassi non appena non si riesce più a gestire qualsiasi situazione.
Inoltre si suggeriscono altre possibilità, magari più impegnative ma più “naturali”, come portare un sacchetto pieno di giochi, magari incartati, come piccole sorprese e darne uno alla volta, sostituendoli appena il bimbo si annoia, per distrarlo durante il viaggio. Per aiutare i bambini bisogna parlare con loro, giocare con loro e tenerli occupati, magari leggendo qualcosa con loro.
Del resto, i genitori a favore dei sedativi, sottolineano che, spesso, questa esigenza nasce soprattutto per voli lunghi, dove bisogna magari superare anche il fuso orario, che occupano lo spazio di una giornata e che proprio a causa del cambio di orario sembrano durare anche di più e a volte sono anche inevitabili, come per chi ha parenti lontani. In questi casi sembra che la boccetta di sedativo diventi più importante del passaporto, del peluche del cuore e dello spazzolino!
La mamma che ha rilasciato la sua testimonianza continua dicendo:
“Potete mettere in discussione le mie capacità di mamma se volete, potete chiamarmi egoista, irresponsabile e sconsiderata. Un sacco di ricerche hanno però dimostrato che la maggior parte delle persone non vuole e non riesce a viaggiare con bambini schiamazzanti e urlanti e un sondaggio su TripAdvisor ha provato che oltre un terzo dei cittadini inglesi pagherebbero un extra pur di viaggiare in un aereo riservato solo ad adulti. Spesso lo stress collettivo di viaggiare tra centinaia di sconosciuti, in uno spazio angusto e in aria non è comunque paragonabile a quello di farlo con dei bambini che urlano e scalciano contro gli altri sedili. Perché non fare dunque qualcosa che possa aiutare tutti?”
Il Dott Roger Henderson, dice che questo fenomeno in fondo non è nuovo e fin dai secoli scorsi si usava qualcosa per fare stare tranquilli i bambini, allora erano il laudano, l’oppio e anche qualche goccia di gin, i sedativi invece sono i ritrovati di questo secolo.
Il Dott. Henderson ci conferma che, tutto sommato, adesso siamo più consapevoli dei rischi, usiamo prodotti testati e controllati, e, se si sanno valutare le situazioni e, non si abusa del trattamento, mantenendolo occasionale, ci si può anche permettere di accettare questa pratica.
Siamo certi che, comunque, questa discussione solleverà ancora non poche polemiche e dubbi, soprattutto relativi al fatto che il buon senso non è una caratteristica di serie di ognuno e la soglia di sopportazione, spesso, è assai soggettiva.
Fonte: http://www.dailymail.co.uk