Le uova sono uno dei principali simboli della Pasqua, festività cristiana che celebra la resurrezione di Gesù Cristo. Che siano esse di cioccolato, ceramica, plastica, di gallina, etc., vengono da sempre utilizzate come doni di scambio da effettuare in concomitanza di tale ricorrenza.
Nel corso degli anni però, nei Paesi industrializzati, quelli dediti maggiormente al consumismo, si è perduto il vero e tradizionale significato di tale usanza, un evento ormai commercializzato dall’avvento delle uova di cioccolata già pronte e confezionate.
Ma come, e soprattutto perché, nasce la tradizione dell’uovo pasquale?
Per capire il loro vero significato bisogna effettuare un viaggio a ritroso nel tempo, attraversando i lunghi anni di storia dell’uomo, fino a giungere nell’antichità.
Prima ancora di divenire un usanza cristiana, il tradizionale scambio di uova rappresentava uno dei riti pagani che celebrava l’avvento della primavera. La storia narra che l’uovo, inteso come involucro all’apparenza inanimato dal quale nascerà poi il pulcino, rappresenti la vita.
I primi ad utilizzarlo furono i Persiani, il cui popolo era solito farsi dono di un comune uovo di gallina ad ogni inizio di primavera; gli antichi egizi introdussero poi la decorazione fatta a mano ed effettuavano lo scambio durante l’equinozio di primavera, considerato come l’inizio di un nuovo anno. Tale tradizione proseguì anche con il popolo greco e cinese.
Con l’introduzione del cristianesimo, l’uovo continuò ad essere identificato come simbolo della vita, cambiando però la prospettiva: non fu più riconosciuto come “rinascita della natura” bensì come “rinascita dell’uomo”, ossia la resurrezione di Gesù Cristo.
La decorazione delle uova ebbe la sua massima evoluzione durante il Medioevo. Inizialmente venivano colorate e decorate a mano con metodi naturali (venivano bollite con le cipolle per farle diventare rosse, oppure avvolte con delle foglie o fiori affinchè assumessero una colorazione dorata), successivamente si iniziò a produrle con materiali preziosi.
Il primo a commissionare delle uova “preziose” fu Edoardo I di Inghilterra che, tra il 1272 e il 1307, fece realizzare ben 450 uova rivestite d’oro con le quali avrebbe omaggiato gli aristocratici nel giorno di Pasqua.
Nel 1883 fu poi la volta dello zar Alessandro che commissionò all’orafo Peter Carl Fabergé uno speciale dono pasquale per la zarina Maria: un uovo di platino ricoperto di smalto bianco contenente un altro uovo realizzato interamente in oro che, a sua volta, conteneva altre due sorprese rappresentate da un pulcino d’oro e da una miniatura della corona imperiale.
Il successo del prezioso regalo fu tale che da allora si diffuse la tradizionale usanza di realizzare le “uova con sorpresa”.
Alcune di queste antiche tradizioni vengono tutt’oggi preservate in alcuni Paesi, soprattutto in quelli che tentano di non piegarsi al consumismo. In questi Paesi le uova di gallina vengono cotte fino a diventare sode, per poi essere colorate e decorate con l’ausilio di coloranti alimentari.
In altri ancora sono protagoniste, nel giorno di Pasqua, di una vera e propria caccia al tesoro durante la quale i bambini devono “guadagnarsi” il proprio uovo attraverso un gioco di ricerca realizzato all’aria aperta.