Quello effettuato da Bryan e dalla sua famiglia è il cosiddetto “viaggio della speranza”.
Il bambino è affetto da autismo e a giugno dello scorso anno fu sottoposto ad un primo trapianto di staminali, un tipo di cura che non può essere realizzata in Italia in quanto non autorizzata e che quindi li ha costretti ad intraprendere il viaggio in Ucraina.
La cura ha dato esiti positivi, tanto che oggi, a quasi un anno di distanza, Bryan è stato inserito nella lista d’attesa per un secondo ciclo.
“C’è stato quasi un azzeramento delle stereotipie comportamentali – ha raccontato Ivana, la mamma del piccolo – con un miglioramento dello sguardo ed una maggiore sensibilità anche tattile. È scomparsa del tutto l’ipersensibilità ai suoni e a certi rumori particolari; durante il sonno la respirazione ed il riposo sono diventati, finalmente, normali”.
Oltre che dall’equipe medica presente presso la struttura che effettuerà il secondo trapianto, la famiglia sarà accompagnata da Nicola Antonucci, giovane medico di Bari, e dal ricercatore napoletano Dario Siniscalco.
I genitori di Bryan sono ora intenzionati a scrivere, al fine di raccontare la propria esperienza, al Ministro della Sanità Balduzzi affinchè possa introdurre tale cura anche nel nostro Paese:
“Perché non offrire questa possibilità a tutti i bambini bisognosi? – si chiedono – In un momento così attuale sulla validità del ricorso alle staminali nella cura di patologie anche di natura genetica, è giusto che le famiglie (almeno quelle che possono permetterselo economicamente) affrontino questi viaggi della speranza?”.