Alcuni lo hanno anche soprannominato l’asteroide San Valentino per la concomitanza con la festa degli innamorati.
Il suo nome ufficiale invece è 2012 DA14, parte della sua sigla si deve proprio al fatto che è stato scoperto il 23 febbraio 2012 dall’Osservatorio astronomico di Maiorca, in Spagna, grazie ad un programma di ricerca automatica denominatoLa Sagra Sky Survey.
La sera del 15 febbraio transiterà ad una distanza di 27.820 km dalla Terra, non così vicino sembrerebbe, ma, per un oggetto del diametro di 50 metri, non è male… consideriamo da esempio chela Luna orbita ad una distanza ben più lontana (più di 380.000 Km), e i satelliti geostazionari orbitano a circa 36.000 Km dalla Terra.
Gli asteroidi sono rocce cosmiche che, 4,5 miliardi di anni fa, nel momento in cui si formava il Sistema Solare, non si sono aggregate, come invece è successo ad altre che hanno formato i pianeti rocciosi, e si sono andate a stabilire in una fascia, cosiddetta fascia degli asteroidi, tra Giove e Marte, una sorta di limbo spaziale.
La loro mancata aggregazione è dovuta al fatto che si trovano in una posizione dove si è creato un equilibrio di forze tra la gravità di Giove e quella del Sole.
La gravità del Sole è, chiaramente, più potente di quella di Giove ma più lontana, d’altra parte c’è la forza di Giove, minore ma molto più vicina e dunque gli asteroidi rimangono tali, imprigionati in questo abbraccio che non avverrà mai…
… cioè almeno per ora, finché sussisterà questo equilibrio che non abbiamo ragione di pensare che cambi allo stato attuale.
Appena si scopre un asteroide, si traccia la sua orbita e si determina la pericolosità rispetto alla possibilità di collisione con la Terra.
Vi è una scala, paragonabile a quella Mercalli per i terremoti, che si chiama scala Torino, comprende valori da da 0 a 10. Nessun contatto possibile corrisponde a 0 fino ad arrivare a 10 che segnerebbe un impatto di un grande asteroide, con gravi conseguenze sulla terra e sul clima.
Beh, possiamo stare tranquilli perché il nostro 2012 DA14, 120 mila tonnellate, è classificato al valore 0. E, meno male, perché un asteroide di poco inferiore a questo ha causato 50.000 anni fa il Meteor Crater dell’Arizona e un altro simile ha distrutto nel giugno 1908 ben 2000 kmq di foresta siberiana a Tunguska. Gli effetti sono ancora visibili.
L’asteroide ha una magnitudine, cioè una luminosità, pari a 7,5, dunque abbastanza visibile con un semplice binocolo nel cui campo l’oggetto transiterà in circa 3 minuti, anche se la sua velocità sarà di circa 7.8 Km al secondo.
In Italia le condizioni dovrebbero essere ottimali per osservarlo.
Comincerà ad essere visibile sotto l’Orsa Maggiore attorno alle 21 di venerdì 15 febbraio e ne attraverserà la coda attorno alle 22,30, in una regione talmente povera di stelle da renderne inconfondibile l’individuazione.
Sarà anche piuttosto agevole riprendere immagini della traccia che 2102 DA14 lascerà tra le stelle dell’ Orsa Maggiore: dovrebbe bastare una macchina digitale su cavalletto fisso, con un obiettivo a grande campo (30-50mm) lasciata aperta, ossia in posa B, per un’oretta verso l’Orsa Maggiore.
Per i sostenitori della profezia Maya a quanto pare, neppure questa occasione si rivelerebbe quella giusta.