Nuova Zelanda. Ne beveva oltre 10 litri al giorno. Il coroner conferma: la morte di Natasha Harris è stata causata da overdose di Coca cola.
Lo ha sostenuto da subito il compagno della donna, Christopher Hodgkinson, che ha più volte minacciato in passato alcuni membri dello staff Neozelandese della società Coca Cola per l’accaduto.
Il fatto risale al 2010, Natasha Marie Harris, madre di 8 figli muore improvvisamente nella sua casa di Invercargill, Nuova Zelanda, sud dell’isola.
A seguito dell’inchiesta sulla morte della donna, ieri si è appurato che la morte venne causata da overdose di Coca Cola. E’ emerso che la donna faceva uso spropositato della bevanda.
“Ne bevevo oltre 10 litri al giorno“. Intervistati, il compagno e la madre confermavano: usciva fuori di testa senza, andava in astinenza. Era lunatica e irritabile. Cominciava al mattino con un bicchiere appena sveglia, e finiva la sera con un ultimo prima di coricarsi. Questo per sette otto anni.
Poi ha cominciato a stare male, si sentiva fiacca e senza forse.
L’autopsia confermò in un primo momento che il fegato della Harris era malato ma le cause erano sconosciute. La donna era stata dichiarata deceduta per aneurisma cardiaco. In seguito si è appurato però che la mancanza di potassio nel sangue, i sintomi di stanchezza e le condizioni epatiche della donna erano tutte condizioni dovute al consumo eccessivo di caffeina, contenuta nella bevanda gassata.
Al momento l’amministratore delegato per Coca Cola in Nuova Zelanda si difende “E’ tutto falso”, ma l’inchiesta non si ferma.