Sembra una scena del film di Moretti “Abemus Papam”. Nel film un Michel Piccoli sensazionale, immediatamente dopo l’elezione del conclave a pontefice viene assalito da dubbi e insicurezze e va in analisi. Chiamato a risolvere il male del futuro Papa, lo psicologo Moretti si ritrova segregato in vaticano suo malgrado, per evitare il diffondersi della notizia.
Oggi invece la notizia è stata resa nota proprio dal diretto interessato. Papa Benedetto XVI avrebbe intenzione di lasciare il pontificato, il prossimo 28 febbraio.
Notizia shock. Lo ha annunciato in latino durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto a Roma.
Lo fa per il bene della Chiesa. Spiega di non avere più le forze adatte ad esercitare il ruolo di capo della comunità cristiana. Il discorso del Papa è stato diffuso da Radio Vaticana.
Il pontefice spiega: “ È una decisione personale, profonda, presa in clima di preghiera, di fronte al Signore. E il motivo fondamentale della decisione è l’esame di coscienza sulle proprie forze in base al compito da svolgere.
Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero petrino a me affidato.”
Che il Papa potesse arrivare ad una decisione del genere non era però del tutto inaspettato. Già un anno fa in un’intervista alla radio Monsignor Bettazzi aveva riferito che il cardinale Ratzinger stesse meditando di abdicare. L’affermazione fu subito smentita dal Vaticano, ma, come disse Bertazzi stesso “Se il Vaticano smentisce, vuol dire che è vero”.
- E’ un esame di coscienza profondo, immagino lungamente pensato. Papa Benedetto XVI avrà riflettuto ampiamente prima di diffondere questo annuncio. Non voglio essere blasfema, ma decisioni del genere hanno un peso non indifferente nella coscienza di ogni uomo. Immaginarsi in un personaggio di tale portata. Il Papa, nel suo discorso oggi ha continuato dicendo “in alcune circostanze,corre anche l’obbligo di dimettersi”.
Essendo come regnante il papa dovrebbe in teoria abdicare. Il codice del diritto canonico, sostiene invece Padre Lombardi (direttore della Sala Stampa della Santa Sede), considera l’eventualità delle dimissioni, sempre che siano libere e debitamente manifestate. E così è stato.
Papa Benedetto XVI ha liberamente e manifestatamene scelto di lasciare. Dal 28 febbraio, ore 20,00 la chiesa sarà chiamata ad indire nuovo conclave, che avrà luogo nel mese di marzo.
– Settimo nella storia della chiesa Papa Ratzinger segue Clemente I, Ponziano, Silverio, Celestino V, Bonifacio XIII, e in ultimo Gregorio XIII
Dante fu cronista di una dimissione famosa, quella di Celestino V, e la immortalò nel III canto dell’Inferno con un significato riprovevole: “Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto / vidi e conobbi l’ombra di colui / che fece per vitade il gran rifiuto”. Fortunatamente sono passati secoli, e i cronisti odierni, con alcuni argomenti, sono forse più cauti.
Nuova fumata dunque a marzo, aspettando il 266° Sommo Pontefice della Chiesa Universale.