Daria Bignardi intervista Belen a Le Invasioni Barbariche.
La Bignardi è una professionista delle interviste, ha una tecnica d’attacco precisa: con una leggerezza solo apparente, dirige domande circoscritte che non lasciano all’intervistato alcuna via di fuga se non la risposta.
Perché si intervista un personaggio pubblico?
A volte il perché di un’intervista è chiaro:
per esempio, la causa ultima dell’intervista ad un politico risiede nella possibilità di valutare l’opportunità o meno di affidarsi a quella persona;
lo scopo di un’intervista ad un artista è quello di indagarne l’arte conoscendone l’ispirazione e le intenzioni professionali;
invece è più complesso da riconoscere il motivo dell’intervista ad una showgirl.
Ieri Belen, la più discussa e complessa show girl della televisione italiana, è stata ospite della trasmissione di Daria Bignardi, Le Invasioni Barbariche.
Sulla poltrona delle interviste Belen non ha scoperto molto di sé, si è posta come la Belen che tutti conosciamo leggera, leggiadra, bellissima, costretta in un vestito poco ispirato alla maternità ma nemmeno in grado di negare la dolcezza delle forme sottolineate dal fiorire della gravidanza.
Belen non è ma appare (e il personaggio reale è terribilmente simile alla sua imitazione). La Rodriguez si mostra come una donna assolutamente consapevole della propria bellezza e dell’effetto dirompente che la sua immagine ha sul pubblico.
Il pubblico è impressionato da Belen, ne è eccitato, emozionato ne resta inebriato … ma perché?
La cosa più probabile è che una larga parte del pubblico italiano ed internazionale guardando Belen subisca sempre il fascino della memoria delle sue foto hard, dei suoi filmati hot e delle immagini provocanti che da anni dona ai fans.
Belen ha fatto del suo corpo la sua “arte” e della seduzione lo strumento di comunicazione con lo spettatore.
In questo senso qualunque cosa faccia la show girl ed in qualunque contesto si trovi è impossibile non pensare all’intimità della sua farfallina, proprio quella farfalla che la show girl stessa liberò sul palco dell’Ariston concentrando sull’ inguine scoperta l’attenzione di tutta la stampa presente alla notissima celebrazione canora. Il volo della farfallina di Belen, allora, vinse Sanremo. E questa vittoria è emblematica del costume italiano.
Intervistando Belen, la Bignardi si è soffermata sulle critiche che la show girl deve quotidianamente accogliere sulla sua pagina facebook (e non solo):
la critica è uno dei prezzi che il personaggio pubblico deve pagare per la sua notorietà?
Il personaggio dello spettacolo è esposto al giudizio del pubblico a causa ed in ragione del suo ruolo (o meglio del mestiere che si è scelto) e piacere a tutti è cosa impossibile; viste in questo modo le critiche sono una fisiologica espressione dell’essere vip.
Belen però ci tiene a fare una precisazione che non passa inosservata, ragionando sulle critiche a cui deve rispondere e parlando in modo particolare della discussione apertasi su facebook a causa della sua nuova tinta di capelli, la show girl fa sapere che per parte sua spera che gli autori delle dure valutazioni rivolte contro di lei siano ragazzini e non mamme, cioè non donne adulte.
In effetti la critica è un fenomeno trasversale perché è espressione dell’umano pensare e della libertà di opinione.
Le mamme a buona ragione possono opporsi al personaggio Belen. La show girl minimizza le critiche sostenendo che tutte si originano dall’invidia, per cui la sua bellezza causerebbe l’ira delle donne che guardandola sono consapevoli di non poter raggiungere il suo splendore.
Le madri, però, hanno dei valori di riferimento in più rispetto alla bellezza (e ci auguriamo che questo Belen lo scopra con l’arrivo del suo bambino).
Dal momento in cui un personaggio femminile usa l’eros, la sensualità estrema e il corpo come solo mezzo del successo, una mamma ha tutto il diritto di criticare.
Belen si è vista nuda, è comparsa sulle copertine dei giornali mentre si lasciava intimamente coinvolgere da Corona, è rimasta in silenzio dinnanzi alla diffusione di un video senza veli che ha segnato i sogni degli italiani: è lo stereotipo di una modernità improntata sull’immagine. Le mamme hanno diritto di replica e criticando Belen possono ben criticare tale stereotipo sperando che i figli si ispirino a migliori ideali.
Sulla sua pagina facebook 17ore fa Belen scriveva:
<< Perdonatemi per gli “orrori” grammaticali, non me ne rendo conto!! ufffff….. corretto sulla 7!! a su la7! hihi….>>
Ebbene , al di là degli orrori, Belen ha usato parole anche leggere, indice di una leggerezza dell’essere sua propria.
Adesso speriamo che non ci venga a dire che da madri è stupido criticarla ed è pretestuoso soffermarsi sul suo lessico; da mamme auspichiamo (ed abbiamo le nostre ragioni per farlo) di vedere in televisione personaggi capaci di adoperare un linguaggio pulito anche quando parlano senza seguire un copione scritto da qualche autore.
Belen non emoziona e non si emoziona neanche quando si parla di Corona.
Fabrizio Corona ha rivolto alla sua ex parole di affetto, le ha ugurato ogni bene ed ha lasciato intendere di essere contento della loro separazione perché essendosi allontanati Belen ora non è costretta a soffrire per la detenzione, la fuga e i problemi giudiziari da cui l’ex re dei paparazzi non è riuscito a liberarsi.
Belen, parlando di Corona, descrive non un solo Fabrizio ma due individui capaci di alternarsi e coesitere: il personaggio pubblico e l’uomo privato. Il primo è il peggiore dei due, quello meno solare, meno generoso e meno positivo, il secondo è un’altra storia. Belen si dice pronta a riconoscerli.
È imbarazzata più che emozionata Belen mentre parla del suo ex, questo imbarazzo svela che tra Fabrizio e la Rodriguez c’è in comune ancora una cosa importante: sono due personaggi che non vogliono scoprire la loro verità.
Belen dice alla Bignardi che deve essere meno intellettuale e più sciocca, almeno deve esserlo se vuole ottenere tanti “Mi piace” su facebook … questa dichiarazione spiazza l’ascoltatore e spiazza l’utente facebook sembra quasi che la showgirl sia convinta di interloquire con una platea di sprovveduti da ammaliare più che da incuriosire.