Tra le conoscenze che il bimbo deve sperimentare, nel suo piccolo mondo, ci sono i cibi che, ogni giorno, possono rappresentare una novità. Nei primi anni, in ogni pietanza modulata in una ricetta diversa, c’è una piccola scoperta e, infatti, per i bambini, non si tratta mai dello stesso alimento ma di uno diverso, così che la pasta asciutta col pomodoro o con i broccoletti, per esempio, non rappresenta una variante di primo piatto a base di pasta ma una cosa talmente diversa che potrebbe essere, addirittura, una la conseguenza dell’altra, nello stesso rapporto in cui sta il primo col secondo.
Il rituale del pranzo, a casa o a scuola, indica, ai piccoli, quale possa essere la valenza dei piatti, sia nella ricerca e scoperta del gusto, del profumo, le differenze tra caldo e freddo, solido e liquido, dolce, salato e amaro che nello scandire i momenti della giornata.
Dal punto di vista della socializzazione è spunto per indirizzare e correggere postura e convivialità, igiene e ambiente nonché di schematizzare alcune fasi e regole che contraddistinguono il primo dal secondo piatto, colazione da pranzo, da cena e da merenda.
- Il pranzo ha un valore prevalentemente pedagogico oltre che nutrizionale per cui, in primo piano, viene posta la modalità di approccio e la condivisione.
Il pranzetto dei piccoli, a scuola, determina un momento di divisione della giornata nel quale il bambino sperimenta la propria autonomia di azione, l’osservazione del mondo intorno a se’ in modo globale mentre la merenda diviene uno strumento fondamentale di crescita psicologica e morale di tutto rilievo.
Anche se racchiusa in un quarto d’ora, venti minuti al massimo, il bambino, in questo brevissimo spazio, riesce a manifestare la propria indole, scopre il carattere dei compagni e dà modo, agli educatori, di avviarlo o correggerlo. Cosa succede in così poco tempo?
- Soffermiamoci, per un attimo, ad osservare un bimbo con la sua merenda:
in cartella c’è un contenitore diverso per ognuno e questo viene notato dagli altri compagnetti. C’è chi ha il contenitore adatto ai bambini col disegno di un cartone animato, chi ha quello che normalmente la mamma ha adattato a quel bambino e chi non ha mai lo stesso contenitore. I bambini osservano questa differenza e cominciano ad apprendere che le caratteristiche di una persona sono legate anche agli oggetti personali. Più tardi si identificheranno gli amici perfino dal modo di vestire e dagli accessori che ognuno userà.
Tornando alla merenda, il bambino codifica gli oggetti come appartenenti ed identificativi dell’altro, mentre il cibo, la merenda in sé, può essere scambiata, rubata, condivisa.
Questa viene osservata perché rappresenta la possibilità di introiezione del mondo o di manifestazione dell’altruismo nel momento in cui viene offerta o dell’egoismo se non viene messa a disposizione. Il fulcro della socialità avviene, infatti, in funzione di queste due esposizioni dell’indole che può, comunque, essere corretta ed indirizzata già da questi momenti che danno occasione, anche ai genitori, a casa, di osservare le relazioni tra fratelli.
Qui il vero carattere del bambino viene fuori , non avendo ancora maturato i freni inibitori, se egli è propenso a donare, lo fa condividendo la propria merenda.
Questo momento è, prevalentemente, un tempo di manifestazione della prossimità, nel quale il bambino trova modo di relazionarsi, al contrario del pranzo che prevede delle regole più ferme, qui troviamo alcuni che manifestano il proprio altruismo cercando di rendere partecipi gli altri, facendo assaggiare “quanto è buona la propria merenda” .
Poi c’è il bambino a cui non piace mangiare e lo vedremo prodigo al massimo, trovando l’occasione di donarla tutta al primo che la richiede o che la accetta. Questo bambino ha già i tratti del piccolo opportunista furbetto.
C’è poi quello a cui fa più gola la merenda altrui e cerca di scambiarla a costo di rubarla, cedendo la propria ed infine c’è l’egoista, che ripara la propria merenda con un gesto di ritorsione interna delle spalle e tenendo la merenda con entrambe le mani, i cui gomiti sono protesi verso l’esterno come armi di difesa per proteggerla da qualsiasi incursione da parte del nemico.
Sono atteggiamenti tipici del quarto d’ora di merenda che danno modo al bambino di osservare e delineare i tratti che caratterizzano il prossimo e mostrare innocentemente se stesso, offendo, all’educatore, lo spunto e l’occasione per correggere ed incanalare eventuali eccessi caratteriali.