Luca Barbareschi, parlamentare della Repubblica italiana oltre che attore, regista e produttore, ha aggredito verbalmente e picchiato violentemente un giornalista, un inviato della trasmissione Le Iene di Italia1.
La messa in onda del filmato è stata bloccata: la censura giustificata in nome della par condicio elettorale.
Ma Le Iene non ci stanno e, complice la libertà garantita da internet, hanno reso visibile su facebook il video shock o scandaloso (che dir si voglia).
Il video contiene dei passaggi critici:
– Stando alle dichiarazioni ed all’inchiesta condotta dal giornalista aggredito, Luca Barbareschi, nel corso di una delle diverse colluttazioni documentate da Le Iene, avrebbe irrimediabilmente rotto una telecamera e anche rubato un telefono cellulare di proprietà di un operatore. I Carabinieri (con le mani legate dalla legge), sebbene accorsi prontamente sul posto, non hanno potuto perquisire l’onorevole protetto dall’immunità parlamentare.
– Come documentato nel filmato, l’onorevole Luca Barbareschi ha minacciato e malmenato la troupe anche sul molo di un porticciolo siciliano. In quel luogo l’aggressione, nelle sue prime fasi, è impressionante perché l’onorevole manifesta l’ira verso i giornalisti tenendo in braccio la sua bambina. Bambina che prudentemente poteva essere affidata ad altri e tenuta lontana dalla telecamera e dalla “rissa”.
Un osservatore attento non può rimanere indifferente dinnanzi all’ “abuso” di quello scudo umano. Chiaro è che non spetta a noi stabilire chi abbia abusato del minore coinvolto nella “rissa” ed in che misura lo abbia fatto. Questo legittimo giudizio spetta piuttosto al singolo cittadino (anche elettore) che, grazie alla libertà della rete, può visionare il video e giudicare secondo i propri principi e le proprie opinioni ideali.
Ad onor del vero va precisato che la “rissa”, filmata istante per istante, è stata promossa e realizzata solo dall’onorevole Barbareschi che ha picchiato un giornalista freddamente inerme(la Iena, infatti, non faceva altro che schivare i colpi ed indietreggiare).
- Tutto ciò è accaduto solo perché un giornalista si è arrogato il diritto (espressione del diritto di cronaca) di domandare ad un parlamentare il motivo delle sue ripetute e reiterate assenze dal Parlamento. Ricordiamoci che il parlamentare in quanto tale (chiunque sia e a qualunque schieramento appartenga) ha il dovere ineluttabile di rappresentare il popolo in Parlamento, ove dovrebbe esprimere il proprio “potere rappresentativo” dibattendo, decidendo e votando sulle questioni chiave del Paese.
L’Italia sta per rispondere alla convocazione elettorale. Il Paese va alle urne con lo scopo di indicare un “nuovo” organico pubblico – amministrativo composto di uomini capaci di guidare lo Stato.
L’Italia sta per incontrare, nella segretezza del seggio, la maestosa “scheda elettorale”. In linea teorica la “scheda elettorale” dovrebbe essere il più elevato strumento di “democrazia rappresentativa” e dovrebbe mettere il cittadino nella condizione di indicare le proprie preferenze elettorali, ovvero d’individuare i nomi delle persone a cui “affidare il potere”.
Di fatto gli italiani tutti voteranno sotto l’egida della Legge Porcellum. Nessun parlamentare ha indetto scioperi della fame o si è incatenato nelle piazza del potere affinché il Porcellum fosse cambiato! Sicché, posto il Porcellum, il voto è certamente meno democratico e rappresentativo di quanto non vogliano farci credere. Nel tentativo di esprimere una parvenza di democraticità, anche i partiti già rappresentati ampiamente in Parlamento (e quindi capaci di opporsi al Porcellum in maniera plateale) hanno, a ridosso delle elezioni, messo in atto esperimenti di democrazia volti a rendere le liste più rappresentative; diciamo solo che il cambio della legge sarebbe stata la migliore soluzione e la più democratica, le cosiddette parlamentarie e simili restano solo “manovre elettorali”.
L’Italia sarà, dopo queste elezioni, 2013 ancora ampiamente rappresentata perché il numero dei parlamentari non è stato ridotto. E la “scheda elettorale” non sarà popolata di innumerevoli nomi nuovi perché gli amministratori della cosa pubblica non hanno imposto un tetto massimo ai mandati esperibili dal singolo rappresentante, né i cosiddetti vecchi della politica hanno ritenuto “esaurita la propria esperienza in Parlamento”.
Del resto il mestiere di parlamentare resta un lavoro onorevole e molto prestigioso, gli stipendi da capogiro non sono stati neanche scalfiti e la rispettabilità dei soldi, probabilmente, già basta a far sì che gli uomini si affezionino alla poltrona del potere.
- Posto il Porcellum, posto che il numero dei parlamentari non è stato ridotto, posto che “i vecchi della politica” sono ancora qui e posto che gli stipendi degli onorevoli restano impressionanti, appare quasi “irrilevante” che un rappresentante della Repubblica italiana dia sfogo alla sua ira e inveisca contro una troupe televisiva che, in nome dell’informazione, gli chiede come mai è un assenteista recidivo che fa il parlamentare senza sedere sugli scranni parlamentari.
– Luca Barbareschi attore, regista e produttore gode dell’immunità parlamentare perciò, sebbene accusato di aver rubato un telefono cellulare e di averlo presumibilmente distrutto, non può essere perquisito.
– Luca Barbareschi ha malmenato un giornalista mettendo in scena un dramma del potere, dramma vergognoso macchiato forse dalla gestione del potere come imperiosa e violenta affermazione umana: spesso i “forti” sembrano animati da uno spirito di “onnipotenza” capace di tramutarsi in sopraffazione anche violenta e turpe.
– Luca Barbareschi ha ottenuto il posto in Parlamento sedendo nelle fila del Pdl, due anni fa ha abbandonato il Pdl e ha aderito a “Futuro e libertà” di Gianfranco Fini, dopo non molto ha cambiato nuovamente orientamento e, lasciando Fini, si è spostato nel gruppo misto.
– Luca Barbareschi ha una vita parlamentare non eccessivamente attiva. Le sue assenze tra dicembre 2011 e giugno 2012 superano il 90% ed a maggio il suo tasso di assenze, secondo i dati parlamentari, è pari al 97, 34 %. Il gran numero di assenze, di cui Le Iene hanno legittimamente provato a chiedergli conto, trova ragione nel fatto che Barbareschi tra maggio e giugno avrebbe lavorato al suo ultimo film, “Mi Fido Di Te” finanziato da Rai cinema e dal MiBAC Ministero dei Beni culturali. Il film lo avrebbe tenuto lontano dall’Italia e dal Parlamento perché è ambientato in Cina.
Mentre Barbareschi lavorava a “Mi Fido di Te”, il Parlamento lavorava (o avrebbe dovuto lavorare) per il bene del paese: l’11 giugno 2012 Le Iene venivano aggredite da Barbareschi sul set del suo film, lontano dal Parlamento; il 13 giugno in Parlamento si votava un disegno di legge sulla repressione della corruzione nella Pubblica Amministrazione; il 20 giugno sempre in Parlamento si votavano le disposizioni urgenti sul riordino della Protezione Civile e il 27 giugno le disposizioni di Riforma del Mercato del lavoro.
Come dimostrato da Le Iene, Luca Barbareschi non era mai in aula, durante il mese di giugno l’onorevole ha registrato il 100% di assenze pur percependo lo stipendio parlamentare.
Ora, dopo aver guardato il video (disponibile sulla pagina facebook Le Iene: http://www.facebook.com/leiene) e preso atto del dietro le quinte di “Mi Fido di Te”, compreso anche che c’è più da fidarsi della rete libera che della Tv in par condicio, resta una domanda aperta:
“Vi fidate di del sistema che paga gli assenteisti a spese degli italiani e non perquisisce i presunti ladri perché parlamentari?”