Il tema delle adozioni da parte delle coppie gay è sempre scottante ma oggi è intervenuta la Corte di Cassazione che si è pronunciata in modo favorevole.
I magistrati, in una sentenza emessa dalla Prima Sezione Civile, hanno ritenuto che un bambino possa crescere bene anche in una famiglia omosessuale e che il pregiudizio che ne potrebbe derivare è “un mero pregiudizio”.
La Corte ha confermato l’affidamento esclusivo di un bambino alla mamma che convive con un’altra donna.
Il ricorso contro l’affidamento stabilito dalla Corte d’Appello di Brescia, era stato presentato dal marito della donna, un uomo di religione islamica, il quale adduceva nei motivi del ricorso il fatto che il bambino fosse così inserito in una famiglia gay è ciò avrebbe potuto comportare delle ripercussioni negative sul piccolo.
Oggi la Cassazione ha stabilito che non c’è alcun fondamento scientifico o dati di esperienza che fondino le argomentazioni addotte dal ricorrente, ma piuttosto che sia dannoso il mero pregiudizio che sia nocivo per lo sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia gay.
Naturalmente l’opinione della Suprema Corte ha scatenato reazioni e polemiche nel mondo cattolico, infatti, Monsignor Sigalini, il Presidente della Commissione Cei per il laicato, esprime sconcerto nell’apprendere le motivazioni della sentenza, sostenendo che
“non si può costruire una civiltà attraverso le sentenze dei Tribunali”.
Secondo il monsignor Sigalini esistono degli studi psicologici e filosofici sulla famiglia cui si dovrebbe far riferimento e non può essere la legge a stabilire quale sia il rapporto con i genitori. Non è compito del Tribunale stabilire qual è la situazione ottimale per il bambino e, se il senso della popolazione rifiuta l’adozione gay è perché intuisce che il bimbo sarà in difficoltà in una famiglia composta da due uomini o due donne.
Monsignor Sigalini aggiunge ancora:
”un Tribunale dica che queste difficoltà sono superabili non è assolutamente il meglio per il bambino. Io credo di non offendere nessuno nel dire che a questo bambino il meglio che l’umanità può dargli sono un papà e una mamma. Ringrazio Dio di aver avuto un papà e una mamma. E sappiamo anche, a maggior riprova di questo, quante difficoltà hanno i bambini che perdono l’una delle due figure o l’altra”.
Naturalmente, da parte delle associazioni gay, si grida alla vittoria ed il Presidente dell’Arcigay Flavio Romani ha dichiarato che
“quello di oggi è un pronunciamento istituzionale storico che da un assist formidabile alla futura maggioranza per legiferare finalmente per il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la piena uguaglianza delle famiglie.
Romani ha ricordato che in Italia
“esistono migliaia di figli e figlie di coppie omosessuali che sono discriminati per legge: è un orrore sociale e legislativo che va rapidamente superato. I partiti politici prendano finalmente atto di questa sentenza e adeguino i loro programmi e le loro prospettive a una realtà che ormai non può essere lasciata senza tutele e normative”.