È tutt’ora in corso, presso la Corte d’Assise di Taranto, la prima udienza del 2013 per l’omicidio della giovane Sarah Scazzi, la 14enne di Avetrana scomparsa il 26 agosto del 2010.
Dalle prime indiscrezioni emerse, sembra ci sia stata una svolta nel corso delle indagini o, per meglio dire, la difesa di Sabrina Misseri, principale imputata assieme alla madre Cosima Serrano, entrambe accusate dell’omicidio della giovane parente, avrebbe duramente criticato l’operato e i risultati ottenuti dal dottor Luigi Strada, medico legale che ha eseguito l’autopsia sul corpo della vittima.
La difesa della giovane Misseri ha infatti chiesto un ulteriore parere medico-legale, quello di Paolo Arbarello, direttore del Dipartimento di scienze anatomiche, istologiche, medico-legali e dell’apparato locomotore dell’università La Sapienza di Roma.
Secondo Arbarella la morte della giovane no sarebbe avvenuta per strangolamento in quanto:
“Il livello in cui si colloca la lesione non è compatibile con lo strangolamento. Guardando le foto, la fascia è molto sotto il mento. Non c’è una ragione che mi spieghi, anche in termini isto-patologici, perché la cute della povera ragazza immersa in acqua abbia questa fascia preservata”.
La posizione del solco sul collo di Sarah dunque farebbe addirittura ipotizzare ad un’impiccagione, anche perché, sempre secondo quanto riferito da Arbarella, lo strangolamento, e la forte pressione sul collo che ne deriva, avrebbero dovuto dar origine ad un’emorragia, cosa non riscontrata nel corso dell’autopsia.
Inoltre il medico interpellato dalla difesa discorda da Strada anche per quanto riguarda il tempo intercorso tra l’aggressione e la morte della ragazza, oltre all’aver sottolineato una mancanza di più accurati esami a livello gastrico ed intestinale:
“È irrituale – ha affermato Arbarella – che nel corso dell’autopsia non si faccia un prelievo del contenuto gastrico …. Non concordo con quanto affermato dal professor Strada il quale ha sostenuto che la mancanza di ulteriori lesività della struttura del collo sta a significare che la vittima sia deceduta rapidamente nell’arco di due-tre minuti. Ulteriori lesività sono impossibili da vedere con il processo di macerazione del corpo immerso in acqua. L’azione omicidiaria, anche se non è un elemento importante, secondo il mio parere è durata almeno quattro-cinque minuti”.
Allora, come è morta la piccola Sarah?