La televisione non sempre propone personaggi di talento, raramente ne ospita di veramente intelligenti e poche volte accoglie originalità ed educazione. Ma quando una stella brilla è impossibile non vederne la luce!
Come tutte le mamme guardo poca televisione …
… per meglio dire guardo poca televisione per adulti. La scorsa settimana, in un rarissimo momento di pacifica disponibilità del telecomando, sono inciampata in x Factor ed ho conosciuto Stefano.
In lui gentilezza e sensibilità si coniugano con una pura ed innata capacità artistica, è assoluta fragilità nell’aspetto e nel modo di porsi, ma è forza ed emozione nel canto. Come rimanere indifferenti dinnanzi a questa rara fusione di sentimenti, talenti ed espressioni?
Sarà stato il mio istinto materno, ma ho subito preso a fare il tifo per questo giovanissimo dalla faccia pulita e dall’animo limpido!
Tuttavia mi rimaneva difficile da spiegabile come voce e cuore possano manifestarsi nella stessa persona e nello stesso contesto in due modi tanto diversi: <<Come fa quel ragazzino quasi tenero, che pare timoroso, a cantare con straordinaria passione senza sbagliare un fiato?>>
Ho espresso alla nostra logopedista, la Dott.ssa Michela Del Prete, le mie perplessità. Qui di seguito l’analisi dell’esperta sul “fenomeno Stefano”:
<< Molti si domandano e mi domandano come sia possibile che il concorrente della trasmissione X-factor Stefano non balbetti nel canto.
Anche se è lontano dal sapere comune, il cantare e il parlare sono due attività differenti. Gli scienziati hanno studiato la neurologia dei due compiti, parlare e cantare, e hanno scoperto che il meccanismo di attivazione cerebrale segue vie differenti.
Quando si parla, infatti, la parte del cervello che viene attivata è quella dell’emisfero sinistro, mentre, quando si canta, si è visto che la parte del cervello attiva è quella relativa all’emisfero destro ( Jeffries, Fritz, Braun – 2003).
E’ stato anche dimostrato in un vecchio studio (Healey, Mallard, Adams, 1976) che quando si canta il fatto di conoscere o meno la canzone influenza la diminuzione della balbuzie. Infatti si balbetta meno quando la si conosce.
Si è, così ipotizzato che ciò che attiva il meccanismo neurobiologico del canto sia proprio il ritmo. Nel ritmo abbiamo pause fonatorie imposte. Il fraseggio scorre sui tempi della musica, quindi la respirazione del cantante è “guidata” da quei tempi. Tutto avviene dentro a quel sistema, costruito sulle parole, a loro volta costruite, pensate, sulla musica. Una struttura, insomma, che accompagna il cantante e gli dà i tempi del canto e delle pause.
Ciò che aiuta Stefano, e tutti i cantanti balbuzienti e non, è il dato di fatto che nel canto le regole di una corretta fonazione e comunicazione sono già presenti. Nel canto c’è il ritmo, la corretta articolazione delle vocali, l’uso di una respirazione coordinata con i suoni emessi. Tutte queste abilità nel parlato devono essere gestite dall’interlocutore.
In ultimo , ma non per importanza, deve essere considerato poi il ruolo che svolge la relazione diretta che si stabilisce nel parlato, con l’interlocutore. Quando si parla si entra in contatto con l’altro e si deve essere anche in grado di gestire non solo l’aspetto tecnico della fonazione, ma anche l’aspetto emotivo.
Stefano nel canto esprime tutta la sua fluidità linguistica e comunicativa che invece non riesce a gestire nel parlato.>>
Dott.ssa Michela Del Prete