Il video che vi riportiamo qui in calce circola in rete da alcuni giorni, trasmesso in esclusiva dall’emittente statunitense CNN.
Il servizio, realizzato dalla giornalista Arwa Damon in Siria, precisamente ad Aleppo, riprende un giovane ragazzo di soli 17 anni che cerca di portare in salvo una donna caduta sotto il fuoco dei cecchini.
Nonostante questi ultimi continuassero a sparare, il ragazzo, incitato da altre persone presenti in strada, riparatesi dietro un palazzo, ha iniziato a strisciare verso il corpo della donna con la convinzione che fosse ancora viva.
Una volta raggiunta, l’ha legata con una corda ed è corso a ripararsi assieme a coloro che lo stavano esortando, per aiutarli a trascinare via il corpo, lontano dagli spari.
Purtroppo però la donna non ce l’ha fatto, come documenta lo stesso servizio attraverso il quale è possibile vedere il figlio della donna in lacrime, lacerato dal dolore per la grave perdita.
Nessun legame, nessuna parentela legava la donna la ragazzo che ha cercato di salvarla: Adbullah Khader Feehan, un panettiere non ancora maggiorenne che però non accetta l’appellativo di eroe.
Per chi, come loro, vive la guerra come una costante di vita, queste scene e gesti, che ai più possono risultare eclatanti e sensazionali, per loro risultano essere normali e quotidiani, ed anche un così grande atto di coraggio diviene quasi una routine.