Il 6 dicembre si celebra San Nicola di Bari, noto anche come San Nicola di Myra, a questo Santo si lega la vita di un altro uomo di fede, santificato a sua volta e nato sotto il segno dello stesso nome, ovvero chiamato anch’egli Nicola (San Nicola di Tolentino) e, soprattutto, concepito sotto il segno della medesima fede in Dio. In particolare oggi vogliamo ricordare la leggenda di San Nicola e i panini benedetti.
La leggenda di San Nicola e i pani benedetti, tra storia e insegnamento di carità
Il Nicola di cui parliamo è, appunto, San Nicola da Tolentino legato sin dal suo concepimento a San Nicola di Bari: la leggenda narra che un angelo indirizzò i genitori di Nicola in pellegrinaggio alla tomba del Santo di Bari; la coppia, oramai avanti con l’età, era pia e devota a Dio, la vita però aveva negato loro la gioia di un figlio. Durante questo pellegrinaggio, in una sosta a Modugno, Nicola da Tolentino venne concepito per grazia ricevuta. Da grande, Nicola scelse di entrare nell’ordine degli Eremitani di Sant’Agostino e trascorse la sua esistenza predicando nei territori di Tolentino. La tradizione dei panini nacque al tempo delle sue peregrinazioni, quando gravemente ammalato ricevette il miracolo della guarigione dalla Vergine Maria. Ma raccontiamo più nel dettaglio ciò che ci riportano i resoconti ecclesiastici sulla vita del Santo.
San Nicola e i panini benedetti
San Nicola era gravemente malato quando la Vergine Maria gli apparve in visione e pronunciò queste parole:
“Chiedi in carità, in nome di mio Figlio, un pane. Quando lo avrai ricevuto, tu lo mangerai dopo averlo intinto nell’acqua, e grazie alla mia intercessione riacquisterai la salute”.
Il Santo seguì le istruzioni di Maria e mangiò del pane ricevuto caritatevolmente da una donna di Tolentino, di fatto la sua salute migliorò immediatamente e senza una ragione medica. Una volta guarito, cominciò a distribuire il pane agli ammalati che visitava pregando insieme a loro la Vergine Maria affinché ottenessero, a loro volta, la guarigione dalla malattia e la liberazione dai peccati. Da qual giorno è stata introdotto dalla Chiesa un particolare rito di benedizione dei panini di San Nicola che somiglia molto alla Benedizione delle Palme ma è riservato all’Ordine Agostiniano. I pani sono confezionati nella Basilica Santuario di San Nicola a Tolentino e sono un segno sacramentale, a tutt’oggi vengono distribuiti a fedel e pellegrini.
Il pane ha un profondo senso religioso oltre che sociale: è l’emblema del cibo, della prosperità, del benessere. In questa leggenda torna con tutti questi significati simbolici, che non è scontato dire che i figli della modernità stanno perdendo: in una società consumistica è un bene che il simbolo del pane e il valore del cibo si ricordino ai bambini.
I miracoli di San Nicola e i panini Benedetti
Molti sono i miracoli entrati a far parte della tradizione dei panini del Santo e tra i più noti si ricorda quello del furioso incendio che nel 1447 minacciava il Palazzo dei Dogi di Venezia. Gli uomini non riuscivano a domare le fiamme ma qualcuno gettò i panini nel fuoco che si spense istantaneamente. Per ringraziare il Santo, il Doge lo fece acclamare Comprotettore della Repubblica di Venezia e volle ricordare il prodigio con un meraviglioso affresco nel Palazzo dei Dogi.
Altro prodigio fu compiuto dai panini di San Nicola a Genova dove una furiosa tempesta rischiava di mettere in pericolo la vita di molti marinai. La consuetudine della città prevedeva che i cittadini si recassero, in questi casi, al porto per pregare in favore dei naviganti. Nonostante le suppliche dei fedeli la tempesta non accennava a placarsi, allora l’Arcivescovo, pregando San Nicola, gettò uno dei suoi panini in mare, solo allora le acque si placarono e il popolo si levò in un coro di lodi al Santo.
I miracoli di San Nicola non sono circoscritti solo al nostro paese ma si narra che la sua influenza si sia sentita anche oltreoceano. A Cordova, in Spagna, ad esempio gli Agostiniani, durante la peste del 1601 distribuivano i panini agli appestati e a quest’uso si lega la narrazione di molti prodigi.
In particolare, la tradizione vuole che il 7 giugno del 1602 sia stato un giorno memorabile per gli spagnoli poiché, come novella vuole, durante una processione, la statua di San Nicola fu avvicinata al crocifisso che si trovava all’ingresso dell’ospedale, miracolosamente il volto di San Nicola si sarebbe leggermente piegato per baciare i piedi della croce mentre il Cristo avrebbe staccato la braccia dalla croce stessa per abbracciare San Nicola. Secondo il racconto, evidentemente favoleggiato, l’abbraccio tra Gesù e Nicola pose fine alla terribile piaga della peste spagnola che decimò migliaia di persone.
Tanti altri ancora sono i prodigi compiuti e-o narrati per mezzo di San Nicola e dei suoi panini che vengono confezionati nella Basilica Santuario con ritualità e ingredienti poveri: farina ed acqua, senza lievito e cotti al forno. Ancora oggi i pani vengono distribuiti ai fedeli e accompagnati alla preghiera per il Santo.
Preghiera a San Nicola
O Dio onnipotente e misericordioso, con fiducia a te rivolgiamo la nostra preghiera, interponendo l’intercessione di San Nicola, tuo servo fedele e nostro particolare protettore: soccorri con prontezza e benevolenza quanti invocano forza nella prova e conforto nel dolore.
O san Nicola, tu che durante la tua vita hai condiviso le sofferenze dei più bisognosi e ti sei prodigato nel consolare afflitti e malati, vieni in nostro aiuto: presenta al Padre buono e provvidente, la nostra richiesta di guarigione nel corpo e nell’anima, in modo che ci sia donata una nuova occasione di gratitudine per i benefici dispensati in virtù dei meriti infiniti di Gesù Cristo, nostro Salvatore. Amen.
Pater, Ave, Gloria.
Perchè raccontare la leggenda di San Nicola e i panini benedetti ai bambini
Chi si avvicina ai panini benedetti lo fa per fede e devozione, ma essi portano con sé un valore emotivo e di principio che possiamo trasmettere ai bambini: mai perdere la speranza, è questo che Maria ha ispirato a Nicola, dimostrando anche che il bene ha bisogno dell’intercessione della carità. Pertanto essere caritatevoli è un valore che va profondamente condiviso e a cui i bambini vanno educati.
Benedici la vita, ringrazia per ciò che mangi, ovvero per ciò che hai, donalo ai più bisognosi e sii caritatevole sempre.
Questi i principi, persino laici, a cui la leggenda può ispirarci.