Anoressia nervosa e bulimia nervosa sono i disturbi del comportamento alimentare più noti, ma accanto ad essi ne esistono altri, poco conosciuti eppure non per questo meno diffusi. Sono i “disturbi del comportamento alimentare atipici”.
Simile alla bulimia per “abbuffate compulsive”, ma diverso in quanto non prevede comportamenti compensatori (ad esempio vomito autoindotto) è il Binge Eating Disorder (BED) o “Disturbo da alimentazione incontrollata”.
Secondo il Diagnostic and Statistic Manual of Mental Diseases (DSM-IV), il BED si caratterizza per:
a) ricorrenti episodi di iperfagia. Ogni episodio consiste nell’assunzione, in un breve lasso di tempo (ad esempio, in un periodo di due ore), di una quantità di cibo che eccede in modo notevole quello che la maggior parte delle persone mangia nello stesso tempo e nelle stesse circostanze. L’individuo ha l’impressione di non avere il controllo delle quantità ingerite o la possibilità di fermarsi;
b) durante gli episodi di iperfagia, sono presenti almeno tre dei seguenti criteri di assenza di controllo:
– assunzione alimentare nettamente più rapida del normale;
– l’individuo mangia fino all’apparizione di sgradevoli sensazioni di replica gastrica;
– ingestione di grandi quantità di alimenti senza sensazione fisica di fame;
– assunzioni alimentari solitarie al fine di nascondere agli altri le quantità ingerite;
– sensazione di disgusto di sé, depressione o grande senso di colpa dopo aver mangiato.
c) grande stato di sconforto per ciò che concerne l’iperfagia volontaria;
d) l’iperfagia sopraggiunge in media due volte alla settimana per un periodo di sei mesi;
A differenza dei soggetti affetti da bulimia nervosa, che in genere sono normopeso o lievemente sottopeso, i pazienti che soffrono di BED sono, in genere, obesi, e nonostante condividano con i bulimici le preoccupazioni relative agli effetti ingrassanti del cibo, tuttavia essi non desiderano essere magri , non attribuiscono un’eccessiva importanza alla magrezza nella valutazione di sé e mostrano un minor grado di distorsione dell’immagine corporea.
L’ Ortoressia, cioè l’ossessione per il mangiare e per il ricercare solamente cibi genuini e naturali. Si è sviluppata inizialmente in America in seguito alla diffusione del cibo transgenico e si è diffusa anche in Europa trainata dalla psicosi da mucca pazza.
Cosa c’è di patologico in questa forma di comportamento alimentare? Chi ne soffre rivolge tutte le sue preoccupazioni alimentari non alla quantità del cibo e al suo apporto calorico (come fanno le anoressiche e le bulimiche), ma alla qualità del cibo, al rischio di contaminazione degli alimenti, alla paura che siano sporchi, tossici, che non siano sani. Una iperselezione degli alimenti caratterizzata anche da rituali ossessivo-maniacali: la ricerca di cibi particolari, selezionati, può anche richiedere ore di tempo e controlli molto scrupolosi sul loro essere igienici.
Il Vomiting (sindrome da vomito). Le persone affette da questo disturbo sarebbero colte da impulso irrefrenabile a mangiare allo scopo esclusivo di vomitare, e ciò per procurarsi un tipo di piacere, che deriva dalla sequenza del mangiare e del vomitare, che avrebbero precedentemente e progressivamente sperimentato nel corso della loro vita.
Il Night eating (sindrome da iperfagia notturna) cioè l’impulso irrefrenabile a mangiare in modo compulsivo e a svuotare il frigorifero di notte, come se si fosse un tossicomane in crisi d’astinenza.
La Dieting o “dieta cronica”. È un disturbo caratterizzato da una costante attenzione alla dieta, da un controllo esasperato del peso e da sentimenti di angoscia ogni volta che esso varia. Tutti i momenti della giornata possono essere scanditi da quest’unica, incessante e pressante preoccupazione.