“Sarah non l’ho uccisa io”, sono queste le parole pronunciate ieri da Sabrina Misseri dinnanzi alla Corte di Assise del Tribunale di Taranto.
La 24enne di Avetrana è accusata assieme alla madre di concorso in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere per la morte della giovane Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana scomparsa il 26 agosto del 2010.
Un interrogatorio, che segue quello svoltosi lo scorso martedì 20 novembre, durato circa 6 ore, durante il quale Sabrina ha inizialmente risposto alle domande dei pm presentando molti vuoti di memoria nelle sue ricostruzioni.
Infatti l’accusa ha indirizzato le proprie domande in modo tale da poter ricostruire le concitate fasi dopo la scomparsa della giovane, in particolar modo gli spostamenti e le telefonate, sia effettuate che ricevute, da parte di Sabrina che però ha risposto con molti “non ricordo”.
In seguito a questi “vuoti di memoria”, nel corso della ricostruzione si sarebbe verificato un intervallo di tempo non ben precisato, cioè dalle ore 15:30 alle ore 17:00, un’ora e mezza prima di denunciare la scomparsa di Sarah, durante il quale Sabrina afferma di esser stata con la madre, senza però precisare cosa abbia fatto.
Il processo ha poi subito una piccola pausa riprendendo poco dopo: stavolta ad interrogare Sabrina è il suo difensore Franco Coppi.
L’estetista di Avetrana appare ora più sicura di se, rispondendo con maggior fermezza e sicurezza alle domande e, riferendosi alle accuse mossele contro dal padre Michele Misseri nel corso dell’incidente probatorio risponde:
“Sarah non l’ho uccisa io ….. Il perché mio padre mi accusa è scritto nelle lettere e nei memoriali che continua a scrivermi e nei quali mi chiede spesso perdono e nei quali si accusa di essere stato lui l’unico autore dell’omicidio … Mio padre ha detto il falso nell’incidente probatorio”.
Oggi si svolgerà un’altra udienza, durante la quale l’imputata Sabrina Misseri siederà nuovamente al banco dei testimoni: stavolta risponderà alle domande dell’avvocato difensore della madre Cosima, Franco De Iaco.