Un uomo di 30 anni è stato arrestato a Bologna lo scorso 31 ottobre con l’accusa di violenza sessuale, aggravata dal fatto di essersi qualificato come pubblico ufficiale, sostituzione di persona e molestie.
L’uomo, la cui identità viene segnalata dall’ANSA con le sole iniziali U.S., si sarebbe finto ginecologo, assumendo l’identità di medici realmente esistenti, e, dopo aver raccolto informazioni molto personali sulle sue “vittime”, le avrebbe convinte a farsi spedire attraverso mezzi informatici o telefonici le foto delle loro parti intime.
La prima segnalazione è avvenuta nello scorso mese di febbraio, quando una studentessa universitaria di Bologna ha denunciato l’accaduto.
La giovane ha raccontato agli inquirenti di esser stata contattata tramite cellulare da un ginecologo che, al fine di convincerla sulla sua autenticità, le enunciava alcune informazioni personali, legate alla sfera sia familiare che sanitaria, che potevano esser conosciute solo da un medico, o da una struttura sanitaria, al quale lei stessa aveva chiesto consulto.
Dopo aver ottenuto la sua fiducia, il sedicente medico, al fine di effettuare una precoce diagnosi in merito a una qualche urgenza clinica, ha poi convinto la studentessa a fotografare i propri genitali e ad inviargli la foto.
Gli inquirenti stanno al momento cercando di scoprire, attraverso l’analisi di pc e cellulare dell’uomo, come quest’ultimo riuscisse ad ottenere delle informazioni così riservate riguardanti la situazione clinica delle studentesse.
All’arresto è poi seguito l’interrogatorio di garanzia, svoltosi il 2 novembre, durante il quale il falso ginecologo si è avvalso della facoltà di non rispondere: ora rischia fino a 12 anni di carcere per i reati di cui è accusato.
Ad aggravare inoltre la posizione di U.S. c’è una precedente accusa di violenza sessuale, per la quale lo stesso stava scontando gli arresti domiciliari, ecco perché il gip Bruno Giangiacomo ne ha disposto l’arresto, in quanto si ipotizza la pericolosità dell’indagato, oltre alla reiterazione del reato.
Al momento sono 9 le ragazze che si sono affidate alle “cure” dell’uomo, anche se la Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bologna non esclude che vi siano altre donne coinvolte che, per pudore, hanno preferito non sporgere denuncia.