Immagini scioccanti, che lasciano gli spettatori a bocca aperta, senza avere la forza di esprimere un’opinione all’istante: la visione di un bambino, simbolo della tenerezza, della genuinità e dell’innocenza è stata macchiata da un gesto a dir poco inqualificabile.
Sto ovviamente parlando della notizia che ha sconvolto il nostro paese nonché ha riempito enormi spazi mediatici in cui purtroppo, e sottolineo quest’ultima parola, il protagonista è il piccolo Leonardo, un bimbo di Cittadella, in provincia di Padova il quale è stato portato via dalla scuola con la forza in una comunità, in quanto la Corte d’Appello di Venezia ha emesso un decreto nel quale si evince che il piccolo sia affetto da PAS (Sindrome di Alienazione Parentale), secondo la quale i genitori di tali bambini hanno avuto difficoltà nella gestione della separazione.
In questo caso è accaduto che la madre di Leonardo avrebbe influenzato quest’ultimo fino a nutrire un rifiuto verso il padre.
Per tale motivo, dopo che gli Assistenti Sociali avevano tentato quattro volte di allontanare Leonardo dalla madre per avvicinarlo al padre, quest’ultimo, il 10 ottobre, in compagnia di un’Assistente Sociale, di uno Psicologo, di uno Psichiatra e della Polizia, dopo vari rifiuti da parte del bambino di allontanarsi, è riuscito a condurlo al di fuori dell’aula e da quel momento è scattata una fortissima ribellione di Leonardo il quale trattenuto dal padre e da un poliziotto veniva trascinato verso l’automobile che lo avrebbe condotto in una comunità.
Successivamente il piccolo è stato portato presso tale comunità dove si afferma che col passare del tempo si sia calmato.
Col senno di poi, rimango qui a riflettere su come, nonostante esista il termine Giustizia e nonostante si sia ottemperato a dei provvedimenti giudiziari, a volte non è che si accantona, ma si esclude completamente il termine “umanità”, nella quale sono comprese le essenze, i sensi della vita, le sostanze più viscerali che forgiano un’individualità.
A rendere ancora più complessa questa situazione c’è che intorno a questo vortice buio si cela la candida fanciullezza di un bambino innocente, che non ha colpe, non ha motivi per essere considerato responsabile di vicende drammatiche come queste; Leonardo è l’esempio lampante di come un’anima si tramuta in strumento materiale, in oggetto di contesa, calpestando totalmente la sua identità.
Ho dinanzi a me quelle immagini che mi hanno riempito il cuore di dolore verso un fanciullo che in quel momento è stata la personificazione di un tiro alla fune ai cui estremi vi sono due fuochi che si contendono il suo “benessere”.
A questo punto mi vien da dire poco e da riflettere molto, sulla dolcezza dei bambini e sulle difficoltà di ascoltare i loro desideri, i loro bisogni, la loro gioia di vivere.
Che ricordo ha questo bambino dei suoi 10 anni?
Di un giovane fanciullo a cui la spensieratezza è stata strappata, sostituendola con la strumentalizzazione della sua identità? Ma, cari genitori, avete dimenticato il vostro passato?
Io personalmente voglio esimermi dall’esprimere un’opinione sui provvedimenti giuridici da mettere in atto nei confronti dei minori, non è di mia competenza, tuttavia, sono assolutamente indignato che una giovane vita non venga considerata come un insieme di emozioni, senso critico, intelligenza e soprattutto di un’anima, la quale oggi, quella di Leonardo, insieme a tanti bambini che sono vittime di tali situazioni, sono state graffiate.
Auguri a Leonardo e tutte le altre vittime; che le vostre ferite possano essere rimarginate nella maniera più benefica possibile, vi sono fortemente vicino. Giuliano.