Mercoledì 14 novembre, in occasione della giornata di mobilitazione europea indetta dalla CES (Confederazione europea dei sindacati), la Segreteria nazionale della CGIL ha proclamato 4 ore di sciopero generale.
«Una giornata di protesta – si legge nella nota diffusa da CGIL – per cambiare le politiche europee e quelle nazionali a partire dalle legge di stabilità varata dal governo Monti »
Lo sciopero sarà gestito con modalità da definirsi a livello territoriale.
Si fermerà il trasporto pubblico, il settore della scuola, delle comunicazioni e del credito. Anche i Cobas hanno annunciato lo stop di 24 ore per lo stesso giorno.
Per l’Autorità di garanzia sugli scioperi questo stop è illegittimo: «È probabile, alla luce degli scioperi già proclamati e valutati regolari dall’Autorità, che alcuni settori, a partire da quello del trasporto pubblico locale, dovranno essere esclusi dalla proclamazione, ai fini della sua legittimità», afferma in una nota Roberto Alesse, presidente dell’Autorità.
Rottura della CGIL con CISL e UIL che non hanno approvato questo sciopero. «È davvero inspiegabile la decisione della Cgil di proclamare uno sciopero mentre stavamo discutendo una iniziativa da effettuare unitariamente. È la solita fuga in avanti. La Cisl a questo punto valuterà una propria iniziativa in concomitanza con la giornata di mobilitazione della Ces», ha detto in una nota Paolo Mezzio, segretario organizzativo della Cisl.
Secondo Anna Rea, segretario confederale della Uil, «la Cgil ha deciso di buttare a mare un percorso che era stato avviato unitariamente in sede europea».