Il Medagliere italiano è salito a quota 23 e oggi conta 8 medaglie d’oro, 7 d’argento e 8 di bronzo.
Anche ieri per l’Italia è stata una giornata olimpica ricca di successi.
I “salvatori” della patria a cui oggi dedichiamo il medagliere sono Carlo Molfetta e Clemente Russo che hanno conquistato, rispettivamente, la medaglia d’oro e la medaglia d’argento nelle loro discipline.
Carlo Molfetta, 28enne originario di Mesagne (BR), grazie ad una spettacolare rimonta, è riuscito a conquistare il gradino più alto del podio nel Taekwondo, nella categoria +80 Kg.
In evidente difficoltà, Molfetta è riuscito a compiere il suo “miracolo”.
Nel terzo tempo, nonostante il punteggio fosse di 9 a 4 per l’africano del Gabon Anthony Obame, il salentino non ha perso lucidità, realizzando una grande rimonta pareggiando 9-9.
Così, dopo un netto pareggio anche nei tempi supplementari, finiti 0-0, i giudici hanno decretato il vincitore: Carlo Molfetta è medaglia d’oro.
“È meraviglioso: quest’oro l’ho fortissimamente voluto – ha raccontato l’atleta azzurro – ora lo dedico a me stesso e alla mia fidanzata Serena, che è rimasta a Roma….. Perdevo 6-1, ma non sapevo perché mi hanno tolto un punto che non ci doveva essere, quando mi sono ritrovato sul 9-6 mi si è accesa una lampadina ho cercato di prendergli il tempo lui era molto bravo in difesa e io sono riuscito a piazzargli un calcio in faccia. Da me a Mesagne il taekwondo è sport del paese. Io sono dovuto nel tempo ingrassare 25 kg per entrare in questa categoria. Il massimo è che prima della gara non riesco a mangiare per la tensione. Ho bisogno del sostegno dello psicologo perché mi aiuti a sopportare mentalmente il pensiero del dolore che sta per arrivare”.
E stavolta il dolore ha ceduto sicuramente il posta ad una grande gioia.
Clemente “Tatanka” Russo, 30 anni originario di Marcianise (CE), ha ceduto sotto i colpi dell’ucraino Oleksandr Usyk, conquistando così la sua seconda medaglia d’argento (la prima la ottenne ai Giochi di Pechino 2008 – ndr).
Una finale combattuta ed agguerrita nella quale Russo ha dimostrato ancora una volta la sua grande abilità di boxer, nonostante il risultato finale di 14-11 sia stato a favore dell’ucraino.
Ancora una volta sul secondo gradino del podio, ancora una volta una medaglia d’argento nei Pesi Massimi conquistata però con una maggiore maturità, senza rimpianti, e con una dedica molto particolare, la figlia di appena un anno:
“Quattro anni fa piangevo, ora invece voglio essere contento guardando questo pezzo d’argento. È grazie a lei (la figlia) che sono qui. Sono contento per quello che ho fatto. Ero convinto di vincere l’oro, ci riproverò tra quattro anni”.
Oggi sarà la volta del terzo “picchiatore” italiano, Roberto Cammarelle, che dopo il bronzo di Mangiacapre e l’argento di Russo, chissà che non ci regali la medaglia mancante.