Le indagini circa l’attentato alla scuola “Morvillo Falcone” di Brindisi del 19 maggio scorso, in cui perse la vita Melissa Bassi e rimasero seriamente ferite 5 studentesse, alcune delle quali tutt’ora ricoverate in strutture ospedaliere per le gravi ustioni riportate, si tinge di giallo.
Alcuni giorni fa, il 2 luglio, in uno dei laboratori del Dipartimento di Polizia Scientifica di Roma, precisamente in zona Cinecittà, si è verificato un incendio, reso noto solo ora, causato da un probabile corto circuito.
Presso la struttura era conservato un reperto recuperato sul luogo dell’esplosione di Brindisi, interessante per le indagini.
Il responsabile delle relazioni esterne della Direzione Centrale della Polizia, Maurizio Masciopinto, ha reso dichiarazioni secondo le quali la distruzione del reperto non avrebbe conseguenze ai fini investigativi sia perché il reperto era stato già precedentemente analizzato e repertato, sia perché “…Si tratta di un frammento già registrato agli atti e di natura irrilevante ”.
Masciopinto continua: “Le fiamme sono scaturite da un impianto di refrigerazione. Non ci sono stati danni ad altri reperti. anche perché è subito scattato l’allarme antincendio”.
La vicenda dell’attentato di Brindisi, ha scosso molto l’opinione pubblica, che ha partecipato al dolore delle vittime e delle loro famiglie con trasporto, le studentesse ferite e la morte di Melissa hanno scosso il Paese che chiede ora per Giovanni Vantaggiato, l’attentatore arrestato, un’esemplare condanna.