Che programmi avete per il fine settimana?
Se avete intenzione di passare una bella giornata all’ aria aperta in campagna, al bosco o in montagna, sappiate che nella stagione calda è particolarmente importante fare attenzione alle zecche!
Siamo esattamente nel periodo “clou” dell’infestazione delle zecche. Possiamo “incontrarle” in luoghi dove si trovano distese di erba verde o secca, ma il loro habitat ideale è dove ci sono animali al pascolo: mucche, pecore o capre.
- Cosa sono le zecche?
La zecca appartiene alla famiglia degli acari, ne esistono tre tipi:
- la zecca morbida “argasidae”,
- la zecca dura “ixodidae” – queste prime due sono le più comuni
- la specie delle “nuttalliellidae” – più rare da trovare.
Le zecche sono definite ematofagi. Ematofagi vuol dire che si nutrono del sangue e sono principalmente parassiti che attaccano i vertebrati ovvero sia gli animali che l’ uomo.
- Quali sono i pericoli legati ad un morso di zecca?
Le zecche trasmettono malattie tra le quali l’ ittero, in rari casi provocano la morte della vittima.
I giovani esemplari misurano circa 1 mm, mentre quelli adulti arrivano a misurare 1 cm.
L’ unico modo per prevenirne l’ attacco è indossare un’ abbigliamento adatto: pantaloni lunghi e maglie a maniche lunghe possono garantire un’ adeguata protezione alla nostra pelle, certo questi vestiti risultano difficilmente sopportabili in alta stagione.
- Cosa fare in caso di morso di zecca?
La cosa migliore è contattare un medico o recarsi al più vicino pronto soccorso. Se viene morso un bambino evitate di intervenire sulla zecca da soli, lasciate che a rimuoverla sia un medico.
– Ricordate sempre di non staccare le zecche con la punta delle dita in caso di eventuali morsi.
Posto che è preferibile il ricorso all’intervento medico, ecco i metodi per rimuovere le zecche senza arrecare danno alla “vittima”:
– è assolutamente errato l’ uso di olio di oliva, l’ aceto, l’ acetone, la benzina, la trielina, l’ ammoniaca e tutti quei liquidi infiammabili e irritanti per la pelle poiché provocano il rigurgito del parassita aumentando così il rischio di infezione;
– lo strumento più consigliato per l’asportazione della zecca sono le pinzette per sopracciglia.
Con esse andrebbe afferrata la parte più vicina alla cute, possibilmente il rostro stesso, quel “beccuccio” utilizzato per succhiare il sangue, e tirato via il parassita in maniera decisa, senza ruotare. Facendo attenzione a non afferrare il corpo perché si rischierebbe di “spremerlo”.
Se dovesse staccarsi via la zecca ma non il rostro, si noterebbe il puntino nero al centro della zona, che andrebbe asportato con un ago disinfettato come si fa per estrarre le spine. E’sempre meglio chiedere l’aiuto di un medico.
– Qualcuno sostiene che per la prima volta anche una sigaretta accesa possa essere utile, avvicinando la parte incandescente della cenere alla testa del parassita si fa in modo che, complice il caldo, il parassita “molli la presa” e si stacchi da solo.
- Come si cura la ferita?
Disinfettate la parte, la quale assomiglierà ad un eritema.
Dopo l’asportazione di una zecca – che ricordiamo è preferibile che avvenga per mano di un medico – occorre monitorate la zona, controllandola con cura nei successivi 20-30 giorni, accertandosi che non si crei l’ infezione. Inoltre state attenti anche ad eventuali sintomi encefali come capogiri o emicranie ricorrenti, sintomi febbrili e dolori articolari.
Un’altra ragione per cui è bene ricorrere ad un medico piuttosto che agire da soli è la seguente: il parassita va ucciso.
Seguendo i consigli della nonna (che in tale circostanza non sono sicuri per la nostra salute) si dovrebbe tagliare la testa o schiacciare il corpo della zecca con una pietra, o bruciarla. Sono parassiti duri a morire pestarli con la scarpa non serve, sopravvivono comunque.
Ricordate di salvaguardare anche la salute di cani, gatti e conigli che vivono con voi, per loro si trovano in commercio fialette (anche biologiche) da somministrare periodicamente per la prevenzione dagli attacchi di tutti i parassiti, nonché i collari anti infestazione.
Articolo redatto da Simona Sedda in collaborazione con www.vitadadonna.com