Salvatore Parolisi e i suoi presunti contatti virtuali
L’avvocato Mauro Gionni ha presentato un esposto alla Procura di Teramo nel quale ha sottolineato la possibilità che siano state cancellate immagini nelle quali Parolisi chattava con transessuali con il nickname “Corpo a Corpo”.
In realtà il consulente tecnico della difesa a tal proposito aveva già dichiarato che attraverso un’analisi della memoria del computer non era presente alcuna conversazione virtuale con transessuali.
Dunque, allo stato attuale vi è un’ipotesi di reato di favoreggiamento contro ignoti a causa della sparizione di tali immagini.
Dato che non sta a me indagare sulla certezza o meno di questo accaduto, preferirei procedere ipotizzando quale significato per Parolisi avrebbe sia l’utilizzo di conversazioni virtuali, sia chattare proprio con transessuali.
La realtà virtuale rappresenta un contesto “altro” verso il quale l’individuo riflette parti di sé talvolta celati, in particolare, differentemente dai social network, dove in teoria ogni persona utilizza come nickname il proprio nome e cognome ufficiale, nel momento in cui un individuo utilizza le chat per conoscere altre persone, può decidere di presentare se stesso nella propria autenticità o, come spesso accade, si può mostrare sotto mentite spoglie per ottenere determinati obiettivi, tra cui il soddisfacimento dei propri bisogni senza tuttavia essere riconosciuti.
La chat può essere considerata come un metodo alternativo e più comodo di comunicare e intraprendere nuove conoscenze, specialmente per chi non riesca ad “attaccare bottone” dal vivo, inoltre diviene anche uno strumento per poter riflettere i bisogni e i desideri più intimi di un individuo, il quale orientando le sue “spinte pulsionali” si dirige a comunicare con determinate tipologie di individui.
In particolare in questo caso, qualora si avvalorasse l’ipotesi di conversazioni virtuali con transessuali, Parolisi avrebbe potuto ricercare, attraverso l’utilizzo della chat, di intraprendere conversazioni con persone la cui identità è in fase di trasformazione; in particolare nel caso del transessualismo il soggetto vive dentro di sé un’identità non corrispondente a ciò che il corpo in teoria richiederebbe; ovvero, ci si può imbattere in situazioni in cui il transessuale si sente donna quando vive in un corpo da uomo.
Tale discrepanza crea in primis nel soggetto una situazione di crisiidentitaria, tuttavia in tal caso avviene una trasformazione corporea che si adatta passo dopo passo ai propri desideri, alle proprie volontà.
Magari Parolisi potrebbe provare una spinta a comunicare con queste persone proprio perché le sue pulsioni possono avere come oggetto persone in questo stato di transizione, ma non è possibile escludere come fattore una semplice curiosità di avvicinarsi e capire lo status in cui vivono soggetti transessuali.
Tutto è possibile, tranne vivere completamente in una mente non propria, è possibile immaginare, formulare ipotesi, descrivere uno status e una forma mentis, tuttavia, qualora fosse vera questa notizia, sarebbe ulteriormente interessante esaminare sulla personalità dell’indagato, chissà che non possano esserci correlazioni tra i suoi interessi e l’omicidio della moglie.